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Quanto
contenuto in questa sezione è attinto da testi e da letteratura
internazionale, e non rappresenta necessariamente la mia opinione.
Brochures,
charts ed altri allegati inseriti sono il risultato della semplice
trascrizione di materiale informativo dei Fabbricanti.
STRUMENTAZIONE
ROTANTE CON STRUMENTI IN NICHEL TITANIO
STRUMENTAZIONE
ROTANTE CON STRUMENTI IN NICHEL TITANIO
PREMESSA
Durante questi ultimi anni vi
è stato un progressivo orientamento verso l’uso degli strumenti rotanti
in nichel-titanio per la preparazione del canale radicolare.
Contemporaneamente vi è stata la comparsa sul mercato di un gran numero
di sistemi Ni-Ti diversi. La fabbricazione di strumenti flessibili in
nichel-titanio di varia conicità o simili a frese di Gates-Glidden, per
uso con manipoli riduttori a bassa velocità, ad aria o elettrici, ha
fornito la possibilità al clinico esperto di ottenere forme prevedibili
del canale con maggior velocità ed efficienza aumentata (Glosson et
al. 1995, Luiten et al. 1995, Weine 1996, Bryant et al.
1998, Bryant et al. 1999, Thompson & Dummer 1997, Thompson
& Dummer 1998). I problemi connessi con la strumentazione manuale e
rotante in acciaio inossidabile hanno afflitto per anni sia i dentisti
generici che gli endodontisti:
- troppi strumenti e passaggi necessari per ottenere la sagomatura
voluta, con conseguente notevole dispendio di tempo;
- forma risultante differente da caso a caso, con conseguenti
difficoltà nelle fasi di otturazione del sistema canalare
- frequente trasporto del canale e aberrazioni (perdita della
centratura, zipping, intaccature) conseguenti al fatto che gli
strumenti in acciaio inossidabile di misura maggiore sono rigidi)
- rischio di rimozione eccessiva di dentina, a seguito dell'uso di
frese tradizionali per l’allargamento coronale, come le frese di
Gates-Glidden.
Gli strumenti rotanti in nichel-titanio risolvono alcuni di questi
problemi, ma la letteratura fornisce per molti aspetti risultati
contrastanti o non conclusivi.
Quando furono resi disponibili
i primi strumenti rotanti in nichel-titanio, l'esigenza fondamentale
sembrava essere quella di avere a disposizione strumenti capaci di
mentenere la "centratura" nel canale. I files in acciaio inossidabile
sono relativamente rigidi, e la rigidità aumenta negli strumenti più
grossi, causando forze laterali elevate in canali radicolari curvi
(Bergmans et al. 2001, Schäfer & Tepel 2001). La rigidità
di uno strumento può essere responsabile del raddrizzamento e delle
aberrazioni indotte nel canale radicolare (intaccature, trasporto e
perforazioni), e di insufficiente strumentazione e detersione di una
porzione significative delle pareti canalari (Peters et al. 2003,
Calberson et al. 2004). È stato ipotizzato che gli
strumenti in Ni-Ti potessero migliorare la qualità della sagomatura e
ridurre al minimo le aberrazioni nella preparazione del canale (Paqué et
al. 2005, Yoshimine et al. 2005, Schirrmeister
et al. 2006, Sonntag et al. 2007). Tuttavia, questi
problemi non sono interamente stati eliminati e sono state anche
dimostrate differenze fra gli strumenti rotanti in Ni-Ti (Yun & Kim
2003, Yoshimine et al. 2005, Schäfer et al. 2006).
Vari studi hanno dimostrato
che l'uso degli strumenti rotanti in nichel-titanio diminuisce la
prevalenza e l’entità del trasporto canalare rispetto a quanto si
verfica impiegando strumenti manuali in acciaio inossidabile (Schäfer
& Lohmann 2002, Schäfer et al. 2004), ma altri studi non
hanno rilevato alcuna differenza (Guelzow
et al. 2005, Hartmann et al. 2007). Queste risultati
contraddittori possono derivare da differenze inerenti i protocolli
sperimentali, le metodologie di analisi e di valutazione, gli strumenti
impiegati e le tecniche di preparazione.
Deve inoltre essere
sottolineato che il disegno di uno strumento influenza la sua capacità
di sagomatura. Ad esempio, angoli differenti di taglio comportano
variazioni di efficienza degli strumenti. La maggior parte dei files
rotanti in commercio ha angoli negativi di taglio delle lame, con
un’azione principalmente “raschiante”. Ma altri strumenti hanno
caratteristiche diverse. In linea generale, la qualità della sagomatura
prodotta dai diversi strumenti nel canale radicolare deriva da una
correlazione complessa di vari fattori come il disegno in sezione
trasversa dello strumento, la capacità di rimozione dei detriti, il
disegno elicoidale e l’angolo di taglio delle lame, le proprietà
metallurgiche ed trattamento di superficie dello strumento (Schäfer
1999, Schäfer & Oitzinger 2008).
La linea di
tendenza attuale sembra essere diversa da quella del passato. Si
producono oggi strumenti più taglienti. Gli strumenti con lame più
affilate hanno fra le lame maggior spazio di solcatura disponibile per
la raccolta e il trasferimento in direzione coronale dei detriti, e
inoltre presentano il vantaggio di una minor superficie di contatto e
quindi di una minor frizione contro la parete del canale. Questi
fattori riducono la possibilità di blocco dello strumento nel canale, e
quindi ne rendono meno probabile la frattura da torsione.
In linea generale,
miglior pulizia nelle parti coronali e medie del canale radicolare
rispetto a quelle apicali è stata riscontrata dopo l’impiego di diversi
sistemi di strumenti in nichel-titanio (Wu & Wesselink 1995,
Hülsmann et al. 1997, Hülsmann et al. 2003, Schäfer
& Schlingemann 2003, Schäfer & Vlassis 2004, Paqué et al. 2005).
Vi sono indizi che lo specifico disegno di ciascun file rotante in
nichel-titanio possa essere un fattore chiave nel determinare la
capacità di detersione di questi strumenti e, secondo alcuni studi, gli
strumenti con lame taglienti sembrano essere superiori nella detersione
rispetto a quelli che presentano piani radiali (Jeon et al.
2003, Schäfer & Vlassis 2004).
Il clinico deve
essere consapevole del fatto che il nichel-titanio non è completamente
"sicuro". Nonostante i files in nichel-titanio siano flessibili, il
nichel-titanio come qualunque altro metallo è soggetto ad affaticamento
e subirà un cedimento quando sovraccaricato, particolarmente durante la
rotazione in canali curvi (Serene et al. 1995, Rowan et al.
1996, Pruett et al. 1997, Zuolo & Walton 1997), o se usato
impropriamente o in modo forzato. La frattura degli strumenti
all'interno del canale durante il trattamento è un incidente abbastanza
comune (Martin et al. 2003). Sebbene gli strumenti in
nichel-titanio siano considerati più resistenti e più flessibili degli
strumenti in acciaio inossidabile (Walia et al. 1988), il
timore di frattura è giustificato perché questi strumenti possono
rompersi entro il loro limite di elasticità e in assenza di segni
preliminari visibili, come la deformazione permanente (Pruett et
al. 1997, Sattapan et al. 2000). La rimozione degli
strumenti fratturati dal canale radicolare è spesso difficile ed
occasionalmente impossibile (Suter et al. 2005) e può alterare
l’esito del trattamento.
La frattura degli
strumenti in Ni-Ti in fase di rotazione si verifica con due meccanismi
differenti: frattura per torsione e frattura per affaticamento ciclico
(Serene et al. 1995, Sattapan et al. 2000, Ullmann
& Peters 2005, Plotino et al. 2006). La frattura per
torsione si verifica quando la punta dello strumento è bloccata in un
canale mentre la porzione di esso più prossimale continua a ruotare,
quindi quando si crea torsione sufficiente a determinare la frattura
della punta (Martin et al. 2003, Peters 2004). Gli strumenti
fratturati per torsione portano spesso evidenziano segni specifici, com
ad esempio deformazione plastica dello stelo (Sattapan et al.
2000). La frattura per fatica ciclica è determinata dall’affaticamento
del metallo. In questa situazione, lo strumento non si blocca nel
canale, piuttosto esso ruota liberamente all’interno di una curvatura,
subendo cicli di tensione/compressione al livello di flessione massima,
fino a che non si verifica la frattura (Pruett et al. 1997,
Haikel et al. 1999). Quando uno strumento è tenuto in
rotazione continua in posizione statica, metà dello stelo dello
strumento sulla parte esterna della curva si trova in tensione mentre
metà dello stelo dello strumento sulla parte interna della curva
subisce compressione. Il ripetersi di cicli di tensione-compressione,
causati dala rotazione in canali curvi, aumenta progressivamente
l'affaticamento dello strumento e può essere un fattore causale
importante della sua frattura dello strumento. La resistenza degli
strumenti rotanti all’affaticamento ciclico è influenzata dall'angolo e
dal raggio di curvatura del canale, e dalla dimensione e conicità dello
strumento. Angolo maggiore e raggio di curvatura minore del canale
affaticano maggiormente lo strumento, in misura aumentata se di grosso
diametro e grande conicità (Pruett
et al. 1997, Haïkel
et al. 1999).
Dovrebbe essere
sempre effettuato il controllo rigoroso dello strumento, in modo da
poter eliminare periodicamente i files in nichel-titanio "a rischio"
(Zuolo & Walton 1997). In canali molto curvi o calcificati, la
regola dovrebbe essere il monouso, cioè, l’impiego di strumenti nuovi
in ogni singolo trattamento. Inoltre gli strumenti in nichel-titanio
dovrebbero essere utilizzati seguendo attentamente le istruzioni del
fabbricante. Per esempio, un approccio step-down con pressione leggera
è essenziale.
In ogni caso, è assai difficile valutare i diversi strumenti rotanti in
nichel-titanio ed effettuare. I parametri e le variabili da considerare
in confronti multipli sono numerose e i protocolli di ricerca
sono diversi e non confrontabili. Inoltre gli strumenti sono in
continua modificazione ed evoluzione. Per fare un esempio, la tabella
seguente risale al 2004 e mette a confronto i risultati di cinque studi
abbastanza omogenei su cinque sistemi rotanti.
Comparison of the results
obtained in previous studies under identical experimental conditions
using different rotary nickel–titanium instruments
|
Instrument
|
Reference
|
Straightening (°)
|
Mean preparation
|
Mean score
for debris
|
Mean score
for smear layer
|
Mean loss of
working length (mm)
|
Fracture rate (%)
|
|
Related to the number of files used
|
Related to the number of canals
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ProFile
|
Schäfer
& Zapke (2000)
|
3.10
|
n.e.
|
3.64
|
3.84
|
n.e.
|
0
|
0
|
FlexMaster
|
Schäfer
& Lohmann (2002)
|
2.14
|
5.54
|
2.44
|
3.39
|
0.02
|
0
|
0
|
K3
|
Schäfer
& Schlingemann (2003)
|
1.36
|
7.21
|
2.66
|
3.33
|
0.04
|
2.1
|
16.7
|
ProTaper
|
Schäfer & Vlassis (2004)
|
3.22
|
6.48
|
3.03
|
3.12
|
0.11
|
2.4
|
8.3
|
RaCe
|
Schäfer & Vlassis (2004
|
1.72
|
6.32
|
2.33
|
3.22
|
0.06
|
3.6
|
12.5
|
n.e. not evaluated
|
|
Da: Schäfer E, Vlassis M. Comparative
investigation of two rotary nickel-titanium instruments: ProTaper
versus RaCe. Part 2.
Cleaning effectiveness and shaping ability in
severely curved root canals of extracted teeth. Int Endod J 2004; 37:
239-48.
Si può immaginare
la difficoltà di interpretazione di una ipotetica tabella contenente i
risultati di tutti gli studi, disomogenei e mal confrontabili,
pubblicati dal 2004 ad oggi sull'argomento.
Rimane
il dato di fatto che gli strumenti in nichel-titanio hanno migliorato
la clinica endodontica. Ma non vanno considerati una panacea, e deve
sempre essere l’operatore a guidarne l’azione e ad evitare le
conseguenze di un uso improprio.
CARATTERISTICHE
GENERALI DEGLI STRUMENTI ROTANTI
Gli strumenti rotanti
in nichel-titanio non corrispondono ai criteri di standardizzazione ISO che
sono definiti per gli strumenti in acciaio, e i tentativi di
standardizzazione in corso stanno incontrando enormi difficoltà, dovute
all'introduzione sul mercato di una grande varietà di strumenti
completamente diversi per disegno
e dimensioni.
Alcuni parametri che caratterizzano gli
strumenti vanno conosciuti per poter interpretare le informazioni che
ciascun produttore fornisce.
Gli strumenti hanno una dimensione ISO
alla punta, che corrisponde al numero dello strumento, e che
viene calcolata in base al diametro della sezione corrispondente alla
base della prima spira (D1), ed è espressa in centesimi di
mm.
La
conicità (taper) corrisponde all'incremento di diametro
della parte lavorante, procedendo dall punta alla base, espresso in
mm/mm.
Conicità
0.02 - N° 25 |
|
Conicità 0.04 - N° 25 |
|
Da: Leonardo,
M.R., De Toledo, R.
Sistemas
Rotatorios en Endodoncia: instrumentos de níquel-titanio. 2002
Editorial Artes Medicas Ltda.
Il passo delle spire corrisponde alla
distanza fra una spira e la successiva, sulla parte lavorante dello
strumento.
Con il termine
angolo di taglio (rake angle) si definisce l'angolo fra
l'asse delle lama e la superficie su cui la lama agisce: può essere
positivo, neutro o negativo.
Per angolo
elicoidale si intende l'angolo definito dalla linea parallela alla
inclinazione di una spira e dalla linea trasversale perpendicolare
all'asse lungo dello strumento.
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Angolo di taglio (rake angle) |
|
Angolo
elicoidale |
La sezione trasversale dei
diversi strumenti ha disegni differenti: triangolare, con piani radiali
e solchi ad U, a S, ecc.
Alpha System
- Informations: click on the image below.
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Il sistema rotante di
strumenti Ni-Ti Alpha System è stato introdotto sul mercato nel
2005. L’Alpha System consiste di tre sequenze strumentali differenti,
da impiegare a seconda dell’anatomia dei canali che vengono distinti in
stretti, medi e ampi. L’intero sistema è composto da 10 strumenti con
conicità discendenti che variano da 0.10 a 0.02 e con misure ISO alla
punta da 20 a 35.
Questi files presentano una punta di sicurezza non tagliente. Sono
inoltre caratterizzati da un disegno pentagonale della sezione
trasversa, quindi da angoli di taglio soltanto leggermente positivi, e
da scarso spazio di raccolta dei detriti (Schäfer & Oitzinger 2008)
Da questa tipologia di sezione dovrebbe
risultare un grande diametro del core ed un'ampia area di sezione
rispetto ad altri disegni di strumento (con sezione trasversa
quadrata o triangolare, ad esempio) e, conseguentemente, flessibilità
ridotta. Inoltre, il piccolo spazio di raccolta dei detriti potrebbe
condurre al blocco apicale dello strumento, causato da trasporto
insufficiente di residui verso l'orifizio camerale (Bergmans et al.
2001). E invece è stata segnalata un'alta flessibilità degli Alpha
System(Vaudt et al. 2009), probabilmente determinata dalla
scarsa conicità. I files Alpha System sono gli unici strumenti rotanti
in Ni-Ti conosciuti con un disegno della sezione trasversa pentagonale,
e non esiste letteratura pubblicata fino ad oggi circa su questo
specifico disegno di sezione trasversa.
Per
l’allargamento coronale è disponibile uno strumento a conicità
aumentata, con sezione trasversa quadrata (trapezoidale) e grandi spazi
per la raccolta dei detriti (AF10; access reamer), prodotto in tre
misure ISO (20, 35, 45).
Vaudt et al. (2009)
hanno confontato, preparando denti estratti in vitro,
files rotanti in Ni-Ti ProTaper Universal e Alpha System, e inoltre
strumenti manuali in acciaio. Hanno rilevato che i files Ni-Ti Alpha System
fornivano una preparazione apicale centrata e mantenevano la forma
originale dei canali radicolari curvi con soltanto una trascurabile
deviazione dall'asse principale, ipotizzando che iltrasporto ridotto
del canale radicolare potesse essere spiegato dall'alta flessibilità di
questi strumenti, dipendente dalla scarsa conicità (costante) della
loro parte lavorante.
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I files Alpha System sono
rivestiti con uno strato di 1,5 μm di nitruro di titanio (TiN), che
dovrebbe garantire il mantenimento dell’efficienza di taglio nel tempo,
far sì che gli strumenti non perdano il filo durante la pulizia e i
cicli di sterilizzazione, e proteggere il metallo dall’azione
dell’ipoclorito di sodio.
È ben noto che la durezza di
superficie degli strumenti in Ni-Ti è più bassa di quella degli
strumenti in acciaio inossidabile (Brockhurst & Hsu 1998, Schäfer
& Oitzinger 2008). Di conseguenza l'efficienza di taglio dovrebbe
più di meno essere inferiore, se paragonata a quella della maggior
parte dei strumenti in acciaio inossidabile (Brockhurst & Hsu
1998). Allo scopo di migliorare la durezza di superficie (e quindi di
aumentare la capacità di taglio degli strumenti Ni-Ti) sono state usate
varie tecniche ingegneristiche di trattamento di supeficie, basate su
elettrodeposizioni di strati sottili per vaporizzazione (PVD). Studi in
letteratura hanno indicato che la tecnica PVD è in grado di aumentare
significativamente l'efficienza di taglio degli strumenti in Ni-Ti
(Schäfer 2002). Tuttavia, questi risultati non sono in accordo con le
osservazioni di uno studio successivamente pubblicato, che ha
confrontato l'efficienza di taglio di strumenti in Ni-Ti appartenenti a
sistemi differenti (Schäfer & Oitzinger 2008); qui, i risultati non
rivelavano influenza significativa del trattamento di superficie PVD
sull'efficienza di taglio, e i files Alpha System mostravano
un'efficienza di taglio significativamente più bassa rispetto a Mtwo,
RaCe e Flexmaster (Schäfer & Oitzinger 2008). Quindi, l'influenza
del rivestimento PVD sull'efficacia di taglio degli strumenti Ni-Ti con
differenti disegni di sezione trasversa rimane poco chiara.
BIORACE
(FKG, La Chaux-de-Fonds, Switzerland)
BioRaCe
- Instructions: click on the image
below.
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BioRaCe
- Brochure: click on the image below.
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Il produttore
dichiara sistema BioRaCe
è stato sviluppato
per raggiungere la dimensione apicale richiesta senza dover aggiungere
passaggi o ulteriori strumenti e che, utilizzando il sistema secondo le
istruzioni, è possibile trattare praticamente tutti i canali con 5 o 7
strumenti.
Gli strumenti BioRaCe presentano alcune caratteristiche dei RaCe, quali
punta non attiva, sezione triangolare, lame taglienti con
spiralizzazone a passo alternato per evitare l’auto-avvitamento. I BioRaCe
differiscono dai tradizionali strumenti
RaCe in particolare per le dimensioni
degli strumenti, le conicità e la sequenza. Vanno utilizzati a 500-600
rpm.
FlexMaster
(VDW , Munich, Germany)
FlexMaster -
Instructions for use: click on the image below.
Schäfer
& Lohmann (2002) prepararono canali simulati in blocchetti di
resina, con curvatura di 28° e 35°, fino a dimensione ISO N° 35
utilizzando strumenti rotanti in nichel-titanio FlexMaster a 250 rpm in
crown-down, e strumenti manuali K-Flexofiles in acciaio inossidabile
con azione di reaming; i FlexMaster generarono la geometria migliore di
preparazione, il minor trasporto verso l’esterno della curva, e poche
aberrazioni in entrambi i tipi di canale; due FlexMaster si
fratturarono, mentre subirono deformazione permanente quindici
FlexMaster e undici K-Flexofiles (differenze non significative); i
FlexMaster furono significativamente più veloci nella preparazione;
entrambi gli strumenti mantennero la distanza di lavoro.
Schäfer
& Lohmann (2002) nella seconda parte dello studio precedente
prepararono canali con curvatura di 25° e 35° in denti estratti, fino a
dimensione ISO N° 35, utilizzando strumenti rotanti in nichel-titanio
FlexMaster a 250 rpm in crown-down, e strumenti manuali K-Flexofiles in
acciaio inossidabile con azione di reaming; i K-Flexofiles produssero
significativamente meno detriti e smear layer rispetto ai FlexMaster
nei terzi medi e coronali, ma non nei terzi apicali; i FlexMaster
mantennero meglio la curvatura originale del canale; non vi furono
differenze significative fra i due strumenti relativamente ai tempi di
preparazione dei canali.
Hülsmann et al. (2003)
prepararono, in molari mandibolari estratti, canali con curvature fra
20° e 40° fino a misura ISO 45, utilizzando FlexMaster e HERO 642 ;
entrambi i sistemi in Ni-Ti mantennero la curvatura: il grado medio di
raddrizzamento fu di 0.68° per i FlexMaster e di 0.58° per gli HERO
642; un file FlexMaster si fratturò, ma non si ossevarono ulteriori
incidenti procedurali; nelle preparazioni con FlexMaster, nel 18% dei
canali fu ottenuta sezione rotonda, nel 53% sezione ovale, e nel 29%
sezione irregolare; nelle preparazioni con HERO 642 i rispettivi valori
percentuali furono 25%, 47% e 28%; il tempo di lavoro medio fu più
breve con gli HERO 642 (66.0 secondi) che con i FlexMaster (71.1
secondi); entrambi i sistemi non riuscirono a rimuovere i detriti e lo
smear layer efficacemente.
Weiger
et al. (2003) prepararono in molari estratti
canali con curvatura di almeno 15°, fino a dimensione ISO N° 40,
utilizzando strumenti rotanti in nichel-titanio FlexMaster e
LightSpeed, oltre a K files in Ni-Ti manuali con tecnica delle forze
bilanciate; conclusero che i Flexmaster erano strumenti adatti a
preparare canali curvi, che fornivano risultati simili ai LightSpeed
con rischio minimo di frattura (solo due LightSpeed si fratturarono),
ma con rischio maggiore di trasporto; i Flexmaster prepararono i canali
in un tempo dimezzato rispetto ai files manuali.
Guelzow
et al. (2005) prepararono in vitro canali
mesio-buccali di molari mandibolari usando una tecnica manuale
standardizzata (con files K ed Hedström) e sei strumenti rotanti
differenti in nichel-titanio (FlexMaster, GT System, HERO 642, K3,
ProTaper e RaCe). Nessuna differenza significativa di alterazione della
lunghezza di lavoro fu rilevata fra gli strumenti rotanti in Ni-Ti;
tutti gli strumenti in Ni-Ti rispettarono la curvatura originale, con
lieve raddrizzamento medio, che andava da 0.75° (System GT) a 1.17°
(ProTaper) ; i ProTaper fornirono il numero più basso di diametri
postoperatori irregolari nei canali, mentre i risultati con gli altri
sistemi furono simili; i ProTaper si fratturarono in tre canali, una
frattura si ebbe con con i GT System, gli HERO 642, i K3 e la tecnica
manuale; gli strumenti in Ni-Ti prepararono più velocemente i canali
rispetto alla tecnica manuale, e le preparazioni più veloci vennero
effettuate con i GT System.
Kuştarci et al. (2008) valutarono in denti estratti il numero
di batteri estrusi apicalmente dopo strumentazione in vitro,
confrontando tecnica manuale step-back con K files, e strumentazione
rotante con K3, RaCe e FlexMaster; tutte le tecniche di strumentazione
estrudevano batteri attraverso il forame; la tecnica manuale produsse
la maggior estrusione di microorganismi, mentre non ci fu differenza
significativa fra le tecniche rotanti.
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Hero
642
(Micro-Mega, Besançon, France)
Hero 642 - Guidelines and technique: click on the image below.
Garala et al. (2003)
prepararono in vitro canali in radici mesiali di molari
mandibolari utilizzando Profile o Hero 642, ed esaminarono le sezioni
trasversali dei canali preparati; i canali buccali e linguali, sia a
livello apicale che coronale, mostrarono una riduzione modesta dello
spessore della parete dopo strumentazione, e non fu trovata differenza
statisticamente significativa fra i due sistemi; il fattore più
significativo nel determinare lo spessore minimo della parete del
canale dopo la preparazione fu lo spessore precedente la preparazione.
Hülsmann et al. (2003) prepararono fino a
misura ISO 45 canali con curvature fra 20° e 40°, in molari mandibolari
estratti, utilizzando FlexMaster and HERO 642; entrambi i
sistemi in Ni-Ti mantennero la curvatura: il grado medio di
raddrizzamento fu delllo 0.68° per i FlexMaster e dello 0.58 per gli
HERO 642; un file FlexMaster si fratturò, ma non si ossevarono
ulteriori incidenti procedurali; nelle preparazioni con FlexMaster, il
18% dei canali presentava sezione rotonda, il 53% sezione ovale, e il
29% sezione irregolare; nelle preparazioni con HERO 642 i rispettivi
valori percentuali furono 25%, 47% e 28%; il tempo di lavoro medio fu
più breve con gli HERO 642 (66.0 secondi) che con i FlexMaster (71.1
secondi); entrambi i sistemi non riuscirono a rimuovere i detriti e lo
smear layer efficacemente.
Guelzow
et al. (2005) prepararono in vitro canali
mesio-buccali di molari mandibolari usando una tecnica manuale
standardizzata (con files K ed Hedström) e sei strumenti rotanti
differenti in nichel-titanio (FlexMaster, GT System, HERO 642, K3,
ProTaper e RaCe). Nessuna differenza significativa di alterazione della
lunghezza di lavoro fu rilevata fra gli strumenti rotanti in Ni-Ti;
tutti gli strumenti in Ni-Ti rispettarono la curvatura originale, con
lieve raddrizzamento medio, che andava da 0.75° (System GT) a 1.17°
(ProTaper) ; i ProTaper produssero il numero più basso di diametri
postoperatori irregolari nei canali, mentre i risultati con gli altri
sistemi furono simili; i ProTaper si fratturarono in tre canali, mentre
una frattura si ebbe con i GT System, gli HERO 642, i K3 e la tecnica
manuale; gli strumenti in Ni-Ti prepararono più velocemente i canali
rispetto alla tecnica manuale, e le preparazioni più veloci furono
prodotte dai GT System.
Taşdemir
et al. (2005) prepararono canali mesio-buccali di
primi molari mascellari (con gli angoli di curvatura fra 25° e 35°)
impiegando K-files convenzionali manuali in acciaio inossidabile con
tecnica step-back, e strumentazione rotante con Hero 642 fino al N° 30
a conicità 0.02; gli Hero 642 produssero meno trasporto dei K files in
acciaio inossidabile ai livelli medi e ai livelli coronali; gli Hero
642 produssero anche preparazioni più centrate a tutti i livelli,
apicali, medi e coronali.
Yang et al. (2006) prepararono con ProTaper e
Hero 642 canali simulati ad S e ad L in blocchetti di resina; gli Hero
642 prepararono più velocemente entrambi i tipi di canale, mantennero
con più esattezza la lunghezza di lavoro e rispettarono meglio la
curvatura originale; i ProTaper provocarono trasporto apicale esterno
nei canali curvi a L e inoltre trasporto interno alla curva nei
canali ad S; gli Hero 642 mantennero meglio la centratura nella parte
apicale del canale, ma produssero ovviamente sagomature a conicità
ridotta.
|
Hero
Shaper
(Micro-Mega, Besançon, France)
Hero
Shaper - Brochure: click on the image below.
|
HeroHero Shaper - Protocol: click on
the image below.
|
|
|
Il
nuovo sistema Hero Shaper (Micro-Mega, Besançon, Francia) completa il
sistema degli Hero 642 (Micro-Mega). L'angolo dell'elica dello Hero
Shaper aumenta dalla punta alla base ed è stato dichiarato che quesyo
riduce il filo delle lame, mentre il passo varia in relazione alla
conicità con un aumento segnalato di efficienza, flessibilità e
resistenza (Veltri et al. 2005).
Perez et al. (2005)
prepararono canali simulati con curvatura di 35° in blocchetti di
resina, usando files in acciaio inossidabile N° 30 a conicità 0.02
ENDOflash (KaVo, Biberach, Germany) e HERO Shaper in nichel-titanio N°
30 a conicità 0.04; gli ENDOflash produssero più zips (10 vs 4) e più
strippings (17 vs 0) rispetto agli HERO Shaper; gli HERO Shaper, in
media, rimossero più resina sulle pareti esterna ed interna della
curvatura, e mantennero meglio la centratura dellla preparazione; gli
ENDOflash produssero maggior trasporto.
Veltri et al. (2005)
prepararono canali di molari con curvature da 24° a 69°, usando Mtwo ed
Endoflare–Hero Shaper (con una sequenza modificata); entrambi i sistemi
produssero rimozione uniforme di dentina e sagomatura uniforme del
canale (no differenza significativa fra i due sistemi); nella regione
apicale le preparazioni si dimostrarono centrate nel canale; fu
rilevata una perdita di lunghezza di lavoro, in media di 0.55
millimetri con gli Mtwo e di 0.58 millimetri con gli Endoflare–Hero
Shaper (no differenza significativa fra i due sistemi); non si ebbero
fratture o aberrazioni; il tempo di preparazione fu di 124.4 secondi
per il sistema Mtwo e di 141.3 secondi per gli Endoflare–Hero Shaper
(no differenza statisticamente significativa).
Yang et al.
(2007) prepararono due gruppi di 20 canali in molari mandibolari
estratti, con ProTaper (a conicità progressiva) e con Hero Shaper (a
conicità costante); nessuno strumento si fratturò durante la
preparazione; un Hero Shaper si deformò permanentemente; entrambi i
sistemi mantennero la lunghezza di lavoro; gli Hero Shaper produssero
minor raddrizzamento; i ProTaper rimossero più dentina nelle regioni
coronali e medie; i canali preparati con Hero Shaper generarono minor
trasporto e preparazioni più centrate nella regione apicale,
probabilmente grazie alla minor rigidità, a sua volta dipendente dalla
minor conicità dello strumento.
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Hero apical
(Micro-Mega, Besançon, France)
Hero Apical - Brochure: click on
the image below.
In buona
sostanza, questi strumenti vengono usati in fase di rifinitura, di
solito dopo l'impiego degli Hero Shaper, per migliorare qualità della
preparazione della regione apicale del canale. La serie comprende
strumenti manuali e rotanti.
K3
(SybronEndo, CA, USA)
K3 -
Brochure: click on the image below.
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K3 -
Technique: click on the image below.
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I K3
(SybronEndo, West Collins, CA, USA) hanno un angolo di taglio positivo
delle lame. Congiuntamente presentano ampi piani radiali ma con disegno
asimmetrico (Schäfer & Florek 2003), che
permette di ridurre l’attrito con la parete
canalare. L'angolo delle spire sull'elica è variabile,
e aumenta dalla punta verso la base dello strumento. La punta è non
tagliente.
Guelzow et al.
(2005) prepararono in vitro canali mesio-buccali di molari
mandibolari usando una tecnica manuale standardizzata (con files K ed
Hedström) e sei strumenti rotanti differenti in nichel-titanio
(FlexMaster, GT System, HERO 642, K3, ProTaper e RaCe). Nessuna
differenza significativa di alterazione della lunghezza di lavoro fu
rilevata fra gli strumenti rotanti in Ni-Ti; tutti gli strumenti in
Ni-Ti rispettarono la curvatura originale, con lieve raddrizzamento,
che andava da 0.75° (System GT) a 1.17° (ProTaper) ; i ProTaper
produssero il numero più basso di sezioni postoperatorie irregolari dei
canali, mentre i risultati con gli altri sistemi furono simili; i
ProTaper si fratturarono in tre canali, mentre una frattura si ebbe con
con GT System, HERO 642, K3 e tecnica manuale; gli strumenti in Ni-Ti
prepararono più velocemente i canali rispetto alla tecnica manuale, e
le preparazioni più veloci furono quelle effettuate con i GT System.
Schäfer et
al. (2006) paragonarono la sagomatura prodotta in canali simulati
curvi da Mtwo, RaCe e K3; i canali preparati con gli Mtwo rimasero
meglio centrati rispetto a quelli preparati con RaCe o K3; sei RaCe,
quattro K3 e nessun Mtwo si fratturarono durante la preparazione
(differenza significativa fra i gruppi); rispetto ai RaCe e ai K3, gli
Mtwo si deformarono significativamente più spesso, e si è dimostrato
necessario controllare la loro parte lavorante con attenzione; gli Mtwo
furono significativamente più veloci nella preparazione del canale; fu
possibile controllare adeguatamente la lunghezza di lavoro con tutti e
tre i tipi di strumento .
Troian
et al. (2006) usarono RaCe e K3 per preparare 100
canali simulati con curvature di 20° o 40° in blocchetti di resina
epossidica. Differenze statisticamente significative si ebbero
relativamente all’incidenza di fratture (nessuna tra i K3, sei fra i
RaCe), di delle spire e di usura della superficie degli strumenti (distorsioni ed usura
aumentavano
progressivamente con l’uso sui Race, mentre i K3 rimasero relativamente
intatti dopo la quinta preparazione canalare). Questi risultati
differivano da quelli precedenti di Schäfer & Florek (2003), che
ebbero diciassette K3 deformati e undici fratturati dopo la
preparazione di soltanto un canale simulato, e di Schäfer &
Schlingemann (2003) che prepararono canali curvi in radici di molari
con i K3 ed ebbero cinque fratture nel primo utilizzo dello strumento.
Tuttavia, Schäfer & Florek (2003) e
Schäfer & Schlingemann (2003) trovarono percentuali più basse di
frattura e di deformazione degli strumenti K3 nei canali di denti
naturali che nei canali simulati.
In
altro lavoro, Schäfer et al. (2006) paragonarono il grado di
pulizia (assenza di detriti e di smear layer) in canali radicolari
severamente curvi dopo preparazione con
files
Mtwo,
K3 e RaCe; durante la preparazione nessuno strumento si fratturò,
canali completamente puliti non furono osservati, gli Mtwo produssero
risultati migliori nella rimozione dei detriti rispetto ai K3 e ai
RaCe, e infine gli Mtwo mantennero la curvatura originale del canale
meglio rispetto agli altri strumenti, completando anche più velocemente
la preparazione.; per quanto concerne i K3, i risultati ottenuti
da
Schäfer et al. (2006) in questo
lavoro erano in perfetto accordo con quelli precedenti di Schäfer &
Schlingemann (2003) e Schäfer & Vlassis (2004).
Jodway & Hülsmann
(2006) valutarono due gruppi di 50 canali curvi di radici mesiali di
molari mandibolari preparati con due strumenti differenti in Ni-Ti:
NiTi-TEE N° 30 con conicità 0.04 , e K3 N° 45
con conicità
0.02; il
raddrizzamento medio fu di 0.2° con i NiTi-TEE, e 0.4° con i K3;
accettabili sezioni trasversali ovali o rotonde si ebbero nel 50.6% dei
casi con i NiTi-TEE, e nel 65.3% dei casi con i K3; entrambi i sistemi
rimossero i detriti efficacemente, e lo smear layer invece in modo
insufficiente; non si verificarono fratture; il tempo medio di
preparazione fu minore con i NiTi-TEE.
Kuştarci
et al. (2008) valutarono il numero di batteri
estrusi apicalmente da denti estratti dopo strumentazione in vitro,
confrontando tecnica manuale step-back con K files, e strumenti rotanti
K3, RaCe e FlexMaster; tutte le tecniche di strumentazione estrudevano
batteri attraverso il forame; la tecnica manuale produsse la maggior
estrusione di microorganismi, mentre non ci fu differenza significativa
fra le tecniche rotanti.
Bahia et al. (2008)
esaminarono in vitro i K3 e dimostrarono che la torsione
ciclica diminuiva la resistenza di questi strumenti alla fatica ciclica
in canali curvi, ma non diminuiva la loro resistenza alla torsione.
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LIBERATOR
(Miltex Inc, York,
PA, USA)
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Liberator
- Crown-Down & Step-Back Technique Sheet: click on the image
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Liberator
- Brochure: click on the image
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Liberator
- .02 TAPER CROWN-DOWN Technique Card: click on the image
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I
files endodontici Liberator sono caratterizzati da un processo di
fabbricazione specifico, e da un disegno originale delle lame che
elimina le tradizionali scanalature elicoidali e i piani radiali che si
trovano solitamente sui files rotanti in Ni-Ti.
Il processo di fabbricazione per la maggior
parte degli strumenti rotanti Ni-Ti elicoidali convenzionali produce
micro-cracks perpendicolari all'asse della lima. Questi micro-cracks
sono stati considerati un fattore predisponente alla frattura. Il
processo particolare di fabbricazione dei files Liberator elimina
questi micro-cracks perpendicolari, e inoltre riduce l'indurimento di
superficie causato dalle temperature elevate.
I files Liberator sono progettati con lame
diritte non auto-filettanti, a differenza dei files con disegno
elicoidale scanalato. La sezione trasversale è triangolare e non sono
presenti piani radiali. Le lame sono taglienti.
I piani radiali sono importanti, sui files
con scanalature elicoidali convenzionali, perchè impediscono che gli
strumenti "si avvitino" nel canale.
La capacità auto-filettante è una causa importante delle fratture degli
strumenti rotanti. Se un file si avvita improvvisamente nel canale, si
può fratturare. I piani radiali sono particolarmente importanti per i
files che hanno angoli positivi, poichè in questo caso riducono il
torque sui files. I files Liberator non
presentano piani radiali, e l'unica forma di attrito fra essi e la
parete deriva dall’azione abrasiva del file sulla struttura dentale,
con conseguente diminuzione del toque.
Inoltre, poiché i files Liberator lavorano a 1000-2000 rpm, invece che
a 300-500 come gli strumenti rotanti Ni-Ti convenzionali, il torque è
ulteriormente ridotto, con conseguente diminuzione della probabilità di
frattura.
Inoltre, l'impiego a 1000-2000 rpm genera maggior
capacità di taglio sulla dentina.
Il disegno della punta di
Roane, non-tagliente, riduce il rischio di ledging e trasporto, e
contemporaneamente contribuisce a mantenere il Liberator centrato nel
canale.
De Oliveira et al.
(2006) utilizzarono cloroformio e due sistemi rotanti differenti
(Liberator e K3) per rimuovere guttaperca/AH-26 e Resilon/Epiphany da
denti estratti otturati; confrontarono la quantità di materiale residuo
e tempo di lavoro impiegato; rilevarono nel gruppo otturato con
Resilon/Epiphany e ritrattato con K3 la minor quantità di materiale da
otturazione residuo sulle pareti canalari; non ci fu nessuna differenza
statisticamente significativa fra i gruppi guttaperca/AH-26 e
Epiphany/Resilon ritrattati con Liberator; nei gruppi riempiti con
Resilon/Epiphany, il materiale da otturazione fu rimosso più
velocemente che nei gruppi riempiti con guttaperca/AH-26; i K3 furono
più veloci dei Liberator nel rimuovere sia la guttaperca che il
Resilon; il Resilon/Epiphany fu rimosso efficacemente sia dai K3 che
dai Liberator.
Matwychuk et al. (2007)
prepararono canali mesio-buccali di molari mandibolari, utilizzando in
crown-down strumenti rotanti Ni-Ti Liberator e Sequence, e Flex-R
manuali con tecnica delle forze bilanciate; sia i files rotanti in
Ni-Ti Liberator e Sequence che i Flex-R manuali ebbero effetti simili
sul trasporto apicale e sui cambiamenti della lunghezza di lavoro,
senza differenze significative; la strumentazione manuale richiese
tempi di preparazione tripli, mentre la strumentazione rotante ebbe più
alta incidenza di fratture di strumenti.
Zinelis et al. (2008)
valutarono la durezza in profondità nelle sezioni trasversali di
strumenti endodontici in acciaio inossidabile (Reamers,
files
K ed Hedström)
e nichel-titanio (ProFile, NRT e Liberator); in tutte le sezioni
trasversali degli strumenti la durezza massima fu rilevata sulla
superficie esterna, con attenuazione verso il centro della sezione
trasversale stessa; l'analisi statistica portò a classificare gli
strumenti in ordine di durezza decrescente: Reamer > K > Hedström
> Profile > NRT shank (senza trattamento termico) > NRT tip (senza
trattamento termico) >
Liberator; la durezza massima, sulla superficie esterna degli strumenti
endodontici, può essere attribuita agli stress residui sviluppato,
dovuti al taglio e agli effetti termici durante il processo di
fabbricazione; ciò implica che la durezza di superficie degli attuali
strumenti endodontici è aumentata significativamente in conseguenza dei
processi di fabbricazione; la durezza aumentata dello strato esterno
può avere un effetto benefico sulla capacità di taglio e sulla
resistenza all'usura degli strumenti endodontici.
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LIGHTSPEED
(LightSpeed Inc.,
San Antonio, Texas, USA).)
LightSpeed
- Technique: click on the image
below.
Il sistema rotante di strumentazione
LightSpeed, così chiamato a causa della pressione
"leggera" che va
applicata quando "la velocità" di
strumentazione è aumentata, prevede l'uso di strumenti in
nichel-titanio somiglianti a frese di Gates-Glidden, specificamente
progettati per fornire un controllo tattile aumentato e preparazioni
apicali più grandi di quelle create mediante le tecniche convenzionali
e gli altri strumenti rotanti in nichel-titanio (Glossen et al.
1995, Knowles et al. 1996, Tharuni
et al. 1996, Pruett et
al. 1997, Thompson & Dummer 1997). L'insieme degli
strumenti consiste di files rotanti in dimensione ISO da 20 a 100,
inclusi nove files con misure intermedie da 22.5 a 65. Le misure
intermedie contribuiscono a ridurre lo stress sia sullo strumento che
sulla radice, durante la preparazione, e a far diminuire il lavoro di
taglio che ogni strumento deve compiere. Nella maggior parte dei casi
clinici sono necessari circa 8-14 strumenti per portare a compimento la
preparazione. I LightSpeed sono usati montati su un manipolo a bassa
velocità, con rotazione continua in senso orario, e con pressione
apicale molto leggera. Sono suggerite velocità fra 750 e 2.000 rpm, con
preferenza verso la gamma 1300-2000 rpm. Grazie alle caratteristiche
del gambo, flessibile, snello e a pareti parallele, il clinico può
preparare la parte apicale del canale con
"la testa"
del LightSpeed ad un diametro più grande rispetto a quello che potrebbe
essere generato per mezzo degli strumenti a conicità aumentata. La
conicità aumentata degli strumenti Ni-Ti richiede una maggior massa di
metallo, che fa diminuire sia la flessibilità del file che la
percezione tattile del lavoro dello strumento nelle regioni più apicali
del canale. Lo strumento LightSpeed, con le sue lame corte di taglio,
si impegna solo alla punta, aumentando la precisione del controllo
tattile. Inoltre consente di produrre preparazioni apicali più rotonde
e centrate (Glossen et al. 1995, Poulsen et al. 1995,
Knowles et al. 1996, Tharuni
et al. 1996,
Pruett et al. 1997,
Thompson & Dummer 1997). Gli strumenti LightSpeed, tuttavia,
necessitano di un accesso rettilineo, di un sufficiente allargamento
preliminare coronale, e della determinazione della lunghezza di lavoro
prima dell'introduzione in un canale. Il LightSpeed presenta una punta
guida non tagliente, e un gambo flessibile ugualmente non tagliente di
piccolo diametro, più sottile della punta lavorante e quindi privo di
contatto con la parete del canale. Lo strumento ha un disegno di
sezione trasversle ad U delle lame. Tre piani radiali piatti con angoli
neutri effettuano la levigatura delle pareti e centrano lo strumento
all'interno del canale. La lama di taglio corta con tre piani radiali
piatti rende inoltre difficile
"l’avvitamento"
dello strumento nel canale. L'angolo della lama elicoidale ed il
diametro stretto del gambo facilitano la rimozione dei residui in
direzione coronale. Gli anelli di controllo della lunghezza, incisi sul
gambo con il laser, eliminano l'esigenza degli stops in silicone.
LIGHTSPEED:
Preparazione canalare
Effettuato adeguato accesso coronale, è consigliato un allargamento
preliminare con frese di Gates-Glidden o altro metodo. La lunghezza di
lavoro deve essere stabilita con un K file in acciaio inossidabile.
Prima di usae un LightSpeed su manipolo, il clinico dovrebbe inserire
un LightSpeed N° 20 a mano che si impegni corto rispetto alla lunghezza
di lavoro. Va usato un manipolo riduttore, a bassa velocità. Il
LightSpeed dovrebbe entrare e uscire dal canale ruotando a velocità
adeguata, preferibilmente a 1300-2000 rpm (Knowles et al.
1996). Come con altri sistemi, la rotazione deve essere mantenuta a
velocità costante, dal momento che i cambiamenti bruschi possono
provocare la perdita di sensibilità tattile e la frattura dello
strumento. Ci sono due movimenti suggeriti per utilizzare i LightSpeed:
(1) se non si percepisce resistenza, il LightSpeed è avanzato
delicatamente alla lunghezza voluta ed è ritirato, o (2) se si
percepisce resistenza, dovrebbe essere effettuato un movimento a
colpetti apicali molto leggeri (movimento avanti e indietro) fino a
raggiungere la lunghezza di lavoro. Nell’uno e nell’altro caso, lo
strumento non dovrebbe mai rimanere nello stesso punto, poichè questo
ne provoca la frattura e aumenta il trasporto. Il movimento delicato a
colpetti impedisce che la parte lavorante si blocchi, rimuove i detriti
in direzione coronale e aiuta a mantenere le lame pulite. Proseguendo
la preparazione, sono utilizzati a lunghezza di lavoro strumenti
LightSpeed via via più grandi, mai saltando misure, e quindi
utilizzando anche le intermedie. L'irrigazione dovrebbe essere
effettuata almeno una volta ogni tre strumenti utilizzati. Stabilito lo
stop apicale, il LightSpeed non dovrebbe mai essere forzato oltre
questo punto. Se forzato, può crearsi l’incurvamento ad arco del gambo,
causa potenziale di affaticamento e separazione. Il MAR, o Master
Apical Rotary (il più piccolo strumento LightSpeed utilizzabile per
raggiungere la lunghezza di lavoro, tuttavia abbastanza grande per
pulire la parte apicale del canale), è lo strumento che in precedenza
si impegnava corto, a 3-4 millimetri dalla lunghezza di lavoro. Questo
strumento richiederà 12-16 colpetti (cioè, 4 colpetti per ogni
millimetro di avanzamento) per raggiungere la lunghezza di lavoro.
Questo MAR, in genere di diametro più grande rispetto allo strumento
portato in apice con la maggior parte degli altri metodi, è stato
dimostrato poter pulire le pareti laterali del canale e rimane centrato
generando una preparazione rotonda (Glossen et al. 1995,
Poulsen et al. 1995, Knowles et al. 1996, Tharuni et
al. 1996, Pruett
et al. 1997, Thompson & Dummer 1997). Se la parte lavorante si
frattura, il più delle volte è possibile passare di fianco e
riguadagnare la percorribilità del canale.
Bergmans et al. (2002) prepararono canali mesiali in
mandibolari molari estratti, usando LightSpeed o GT Rotary; i GT Rotary
rimossero significativamente più dentina nella parte media e apicale
del canale; in entrambi i gruppi si ebbe raddrizzamento, ma senza
differenza significativa riguardo al tipo di strumento; tuttavia, i
valori assoluti relativi al trasporto e alla deviazione dall’asse
centrale furono piccoli e non fu osservata nessuna aberrazione nei
canali.
Versümer et al. (2002) prepararono canali di molari mandibolari
estratti, con curvature tra 20° e 40°, usando LightSpeed o ProFile .04
fino a diametro ISO 45; in entrambi i gruppi la curvatura fu mantenuta,
con raddrizzamento inferiore a 1°, senza differenza significativa fra
gli strumenti; tre fratture si ebbero con i ProFile .04, nessuna con i
LightSpeed; non si ebbero variazioni di lunghezza di lavoro,
perforazioni o blocchi apicali; dopo preparazione con i ProFile .04, il
64.0% dei canali ebbe sezione rotonda, il 30.7% sezione ovale, il 5.3%
sezione irregolare, mentre i valori corrispondenti dopo preparazione
con LightSpeed furono rispettivamente 41.3%, 45.3%, 13.3% (no
differenza significativa); i LightSpeed allargarono più uniformemente i
canali, ma la differenza fu statisticamente significativa soltanto per
il terzo coronale; il tempo di lavoro medio fu significativamente più
breve per i ProFile .04 (105 secondi) che per i LightSpeed (140
secondi); i LightSpeed fornirono i risultati migliori relativamente
alla rimozione dei residui, ma senza differenza significativa fra i
sistemi; i risultati per lo smear layer furono simili: nel terzo
coronale dei canali i LightSpeed risultarono significativamente
migliori, mentre nei terzi medio ed apicale le differenze non furono
significative.
Weiger et al. (2003) prepararono canali di molari estratti
con curvatura di almeno 15°, fino a dimensione ISO N° 40, utilizzando
strumenti rotanti in nichel-titanio FlexMaster, LightSpeed, oltre a K
files in Ni-Ti manuali con tecnica delle forze bilanciate; conclusero
che i Flexmaster erano strumenti adatti a preparare canali curvi, che
fornivano risultati simili ai LightSpeed con rischio minimo di frattura
(solo due LightSpeed si fratturarono), ma con rischio maggiore di
trasporto; i Flexmaster prepararono i canali in un tempo dimezzato
rispetto ai files manuali.
Hülsmann
et al. (2003) utilizzarono LightSpeed e Quantec SC
per preparare cinquanta canali di molari mandibolari estratti con
curvature fra 20° e 40°i; tutti i canali furono preparati a diametro
ISO 45, con tecnica step-back e incrementi di 1 millimetro fino a
diametro 70 ISO usando i LightSpeed, o con un file 45 usando i Quantec
SC; il grado medio di raddrizzamento fu di 1.8° con i LightSpeed e di
1.7° gradi con i Quantec SC ( differenza non significativa); incidenti
procedurali si verificarono con i Quantec SC in dodici canali (tre
fratture, quattro bloccaggi apicali e cinque casi di perdita di
lunghezza di lavoro), con i LightSpeed in undici canali (cinque
fratture, un bloccaggio apicale e cinque casi di perdita di lunghezza
di lavoro); il 51.5% dei canali preparati con i Quantec SC presentarono
sezioni rotonde, il 33.3% ovali e il 15.2% irregolari. Il tempo medio
di preparazione fu simile, di 161 secondi con i Quantec SC e di 155
secondi con i LightSpeed, con differenza non significativa. Differenza
non significativa fu rilevata per capacità di rimozione dei detriti e
dello smear layer.
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LightSpeed LSX
(LightSpeed Inc., San Antonio,
Texas, USA).)
LightSpeed
- Technique: click on the image below.
Il
produttore (LightSpeed Technologies Inc.) ha nel 2007 effettuato una
modificazione del disegno delle lame U-shaped, introducendo un disegno
in sezione
spade-shape e
denominando gli strumenti LightSpeed LSX. I LightSpeed® LSX in Ni-Ti
presentano una parte lavorante tagliente molto corta, che consentirebbe
maggior sensibilità tattile e che dovrebbe contribuire a trasmettere la
percezione dell’acquisita corretta detersione. Il disegno dovrebbe
permettere l’allargamento in sicurezza della parte apicale del canale,
fino alla stabilita (dipendente dal diametro originale del canale), e
ridurre il rischio di lasciare il tessuto necrotico nel canale. Lo
stelo non-tagliente dei LightSpeed LSX minimizza la torsione e lo
sforzo sullo strumento, consentendone un uso ripetuto.
In uno studio
(Iqbal et al. 2007)
condotto in canali
simulati di plastica vennero confontati LightSpeed LSD1 e LightSpeed
LSX; entrambi gli strumenti consentirono la conservazione della
lunghezza di lavoro; i risultati non dimostrarono differenze
significative fra gli strumenti per trasporto apicale e controllo della
lunghezza di lavoro; non ci furono fratture.
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MTwo
(VDW, Munich,
Germany)
Mtwo
- Brochure: click on the image
below.
Il sistema Mtwo
consiste di otto strumenti rotanti in Ni-Ti, diversi per dimensione ISO
alla punta e per conicità: N° 10 con conicità 0.04, N° 15 con conicità
0.05 , N° 20 con conicità 0.06 , N° 25 con conicità 0.06, N° 25 con
conicità 0.07, N° 30 con conicità 0.05, N° 35 con conicità 0.04, N° 40
con conicità 0.04. Gli strumenti hanno sezione trasversale ad “S”
italica, con due lame di taglio, e quindi sono simili ad un S-file
(Dobo-Nagy et al. 2002). L’angolo elicoidale di questi files è
variabile ed aumenta dalla punta all’estremità prossimale, così come il
passo delle spire. Anche le scanalature diventano più profonde dalla
punta all’estremità prossimale. L'angolo elicoidale è più grande negli
strumenti grossi (più scanalature a parità di lunghezza) e più piccolo
negli strumenti sottili (meno scanalature a parità di lunghezza).
L'angolo di taglio è negativo e la punta è non tagliente. Gli strumenti
Mtwo sono prodotti anche in una variante con parte lavorante estesa
oltre i 16 millimetri convenzionali; ciò conferisce a questa variante
dello strumento una capacità di taglio nella porzione coronale del
canale.
E’ disponibile una serie accessoria di Mtwo apical, strumenti
progettati per la rifinitura apicale che presentano una grande conicità
del primo mm apicale della parte lavorante, mentre la restante parte
lavorante (da 1.1 a 16 mm) ha stesso disegno degli strumenti MTWO
convenzionali, ma con conicità 0.02 in modo da eliminare la possibilità
di modificare l’inclinazione delle pareti canalari già preparate.
Mtwo:
preparazione canalare
Va
naturalmente effettuato il sondaggio iniziale del canale con un K file
sottile. Il costruttore dichiara che non occorre alcun allargamento
preliminare manuale del canale. Tuttavia, l’utilizzo preliminare di una
lima di Hedström N° 10 a lunghezza di lavoro è consigliabile. Gli
strumenti Mtwo vengono usati a 300 rpm, con tecnica definita
“simultanea”. Ciascuno strumento è destinato ad essere portato a
lunghezza di lunghezza di lavoro completa, e viene fatto progredire nel
canale applicando leggera pressione. Si introduce l’Mtwo N° 10 a
conicità 0.04. Non appena l’operatore percepisce un impegno dello
strumento, ovvero una leggera resistenza alla progressione nel
canale in direzione apicale, l’Mtwo è ritirato di 1-2 mm e fatto
lavorare lateralmente sulla parete con azione di limatura, per
rimuovere selettivamente le interferenze coronali ed avanzare
nuovamente verso l’apice. Lo strumento viene fatto lavorare con
pressione laterale per ottenere un’azione di taglio circonferenziale, e
raggiunta la lunghezza di lavoro viene ritirato dopo 1-2 secondi. A
questo punto viene inserito l’Mtwo N° 15, e la procedura è ripetuta. Si
passa quindi agli strumenti successivi, arrestando la strumentazione
dopo l'impiego di un N° 20 o un N° 25 nei canali con diametro apicale
minore, e ricorrendo agli strumenti più grossi nei canali con diametro
apicale maggiore. Dopo l’impiego di ciascuno strumento, la pervietà
apicale è controllata passando un K file sottile attraverso il forame,
ed è effettuata irrigazione con ipoclorito di sodio. Per rimuovere lo
smear layer è necessario un lavaggio finale con EDTA al 17% in
soluzione acquosa.
Veltri et al. (2005) prepararono
canali di molari con curvature da 24° a 69 °, usando Mtwo ed
Endoflare–Hero Shaper (con una sequenza modificata); entrambi i sistemi
produssero rimozione uniforme di dentina e sagomatura uniforme del
canale (no differenza significativa fra i due sistemi di
strumentazione); nella regione apicale le preparazioni si dimostrarono
centrate nel canale; fu rilevata una perdita di lunghezza di lavoro, in
media di 0.55 millimetri con gli Mtwo e di 0.58 millimetri con gli
Endoflare–Hero Shaper, senza differenza significativa fra i due
strumenti ; non si ebbero fratture o aberrazioni; il tempo di
preparazione fu di 124.4 secondi con il sistema Mtwo e di 141.3 secondi
con gli Endoflare–Hero Shaper (no differenza statisticamente
significativa).
Plotino
et al. (2006) dimostrarono che gli strumenti
rotanti Mtwo potevano essere utilizzati in sicurezza fino a 10 volte in
canali curvi.
Schäfer et al. (2006)
paragonarono la sagomatura prodotta in canali simulati curvi da Mtwo,
RaCe e K3; i canali preparati con gli Mtwo rimasero centrati meglio
rispetto a quelli preparati con RaCe o K3; sei RaCe, quattro K3 e
nessun Mtwo si fratturarono durante la preparazione, producendo una
differenza significativa fra i gruppi; rispetto ai RaCe e ai K3, gli
Mtwo si deformarono significativamente più spesso, e fu necessario
controllare con attenzione la loro parte lavorante; gli Mtwo furono
significativamente più veloci nella preparazione del canale; fu
possibile con tutti e tre i tipi di strumento controllare la lunghezza
di lavoro.
In altro lavoro, Schäfer et
al. (2006) paragonarono il grado di pulizia (assenza di detriti e
di smear layer) in canali radicolari severamente curvi dopo
preparazione con files Mtwo , K3 e RaCe; durante la preparazione
nessuno strumento si fratturò, canali completamente puliti non furono
mai osservati, gli Mtwo produssero risultati migliori nella rimozione
dei detriti rispetto ai K3 e ai RaCe, e infine gli Mtwo mantennero la
curvatura originale del canale meglio rispetto agli altri strumenti,
completando anche più velocemente la preparazione.
Plotino
et al. (2007) prepararono canali moderatamente curvi
su denti estratti comparando Mtwo usati con tecnica simultanea e
ProTaper usati con tecnica crown-down, e non osservarono differenza
relativamente alla quantità di dentina rimossa nel terzo coronale.
Elayouti et al. (2008)
confrontarono la qualità della preparazione prodotta in canali ovali da
ProTaper, Mtwo, e dalla tecnica delle forze bilanciate con files in
Ni-Ti manuali; nessuna delle tecniche di strumentazione prepararò
circonferenzialmente il profilo ovale dei canali; tuttavia, ProTaper ed
Mtwo furono più efficaci dei files manuali in Ni-Ti, ma in alcuni casi
provocarono una notevole riduzione dello spessore della parete
dentinale.
Taşdemir et al.
(2008) impiegarono tre strumenti rotanti in nichel-titanio (ProTaper,
R-Endo, Mtwo) e strumentazione manuale (files Hedström) per rimuovere
guttaperca e cemento endodontico in denti estratti; i ProTaper
lasciarono meno residui di materiale rispetto agli altri sistemi, ma fu
trovata differenza significativa solo con gli Mtwo; gli Mtwo e i
ProTaper prepararono più velocemente rispetto alla strumentazione
manuale e al sistema R-Endo (differenza significativa); gli R-Endo
furono significativamente più rapidi rispetto alla strumentazione
manuale; nessun sitema riuscì a produrre pulizia completa.
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NiTi-TEE
(Sjöding Sendoline, Kista, Sweden)
NITI-TEE - Brochure: click on the image below.
Jodway & Hülsmann
(2006) valutarono due gruppi di 50 canali curvi di radici mesiali di
molari mandibolari preparati con due strumenti differenti in Ni-Ti:
NiTi-TEE N° 30 con conicità 0.04 , e K3 N° 45
con conicità
0.02 ; il
raddrizzamento medio fu di 0.2° con i NiTi-TEE, e 0.4° con i K3;
accettabili sezioni trasverse ovali o rotonde si ebbero nel 50.6% dei
casi con i NiTi-TEE, e nel 65.3% dei casi con i K3; entrambi i sistemi
rimossero i detriti efficacemente, e lo smear layer in modo
insufficiente; non si verificarono fratture; il tempo medio di
preparazione fu minore con i NiTi-TEE.
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Pow-R
(Moyco/Union Broach; Bethpage, N.Y., USA)
POW-R - Details:
click on the image below.
I POW-R sono strumenti rotanti in nichel-titanio, con
punta non tagliente di Roane, disponibili sia con conicità 0.02 che
0.04 che permettono all’operatore di detergere e sagomare il terzo
medio e apicale del canale in modo conservativo. Questi strumenti sono
disponibili nei formati standard degli strumenti ISO, così come nei
formati intermedi 17.5, 22.5, 27.5, 32.5 e 37.5 per una più precisa
rifinitura apicale. Seguono la standardizzazione ISO riguardo ai colori.
Pow-R: Preparazione
canalare
Una volta che le frese di Gates-Glidden sono state
utilizzate per preparare e sagomare la regione coronale del canale in
modalità step-down, ed il canale è stato parzialmente reso percorribile
con l’utilizzo di files manuali, possono essere usati i files Pow- R.
Determinata la lunghezza di lavoro utilizzando un file manuale, il
clinico dovrebbe selezionare un file che si impegna con la punta nel
terzo medio, metterlo in rotazione e cominciare a spingerlo
gradualmente, ritirarandolo leggermente ogni 0.25 millimetri,
procedendo fino a non più di 2 millimetri di profondità o fino a che
resistenza non sia percepita. Come tutti gli altri files in
nichel-titanio, questi strumenti devono essere utilizzati passivamente
e con un tocco leggero, o con movimento a colpetti. Vanno effettuate
costante irrigazione e recapitolazione con files manuali. Il file Pow-R
seguente più piccolo è usato per continuare a sagomare 1-2 millimetri
supplementari, più in profondità. La strumentazione rotante procede con
strumenti via via più piccoli, fino a che gli strumenti non siano
giunti a circa 1.5 millimetri dal forame apicale. La parte restante del
canale può essere rifinita con strumenti manuali o con files Pow-R. Se
è necessario, la preparazione va allargata ulteriormente. Questo, ad
esempio, se verrà utilizzata una tecnica di otturazione che richiede
penetrazione profonda dei compattatori. Una tecnica rotante step-back
può essere utilizzata per generare spazio supplementare nelle porzioni
apicale e media del canale. Gli strumenti Pow-R sono impiegati su
manipoli a riduzione, a coppia elevata, a 300-400 rpm.
ProFile
0.04 e 0.06 Taper Rotary Instruments
ProFile OriFIce Shapers
(Dentsply/Maillefer,
Ballaigues, Switzerland - Dentsply/Tulsa
Dental, Tulsa, Okla., USA)
ProFile .04 e .06 & OS - Brochure: click
on the image below.
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ProFile Series 29 .04 and .06 - Chart: click on the image below.
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I ProFile Tapers 0.04 e 0.06 Taper Rotary Instruments e
ProFile Orifice Shapers sono strumenti in nichel-titanio U-shaped a
diversa conicità, progettati per essere usati con un manipolo rotante
regolabile, a bassa velocità, ad alto valore di coppia (Kavanagh &
Lumley 1988, Weine 1996, Thompson & Dummer 1997 ). Anche se uno
studio di Gabel et al. (1999) ha dimostrato che l’impiego a 333
rpm produce un numero di fratture/distorsioni quattro volte superiore
rispetto all’uso a 166 rpm, il range preferito di velocità è ancora
275-325 rpm (Gabel et al. 1999). Mentre questi strumenti a
conicità aumentata ruotano, producono una preparazione step-down
accelerata, che risulta in una sagomatura tronco-conica continua che
fluisce dall’orifizio coronale all’apice. Mentre questi "reamers"
ruotano in senso orario, il tessuto pulpare ed i detriti dentinali sono
rimossi e trasportati lungo lo stelo, tra le spire, in direzione
coronale. Di conseguenza questi strumenti richiedono la rimozione
periodica dei detriti dentinali che hanno riempito i solchi a U della
parte lavorante dello stelo. Il disegno a U della parte lavorante, simile nella sezione trasversa al
LightSpeed, ha piani radiali esterni piatti e angoli di taglio di 90
gradi. Il taglio avviene con un'azione spianante, che permette allo
strumento di rimanere più centrato nel canale rispetto agli strumenti
convenzionali (Kavanagh & Lumley 1988, Weine 1996, Thompson &
Dummer 1997, Bryant et al. 1998,). I Profile, oltre che con
varie conicità, sono prodotti sia in misure standard ISO, che
secondo lo standard Series 29 (cioè, ogni strumento aumenta del 29% in
diametro rispetto al numero precedente più piccolo).
Gli Orifice Shapers, con conicità di 0.06 e 0.07 mm/mm, sono progettati
per sostituire le frese di Gates-Glidden nella sagomatura della parte
coronale del canale. In forza del disegno a U, con piani radiali,
questi strumenti rimangono centrati nel canale mentre generano una
preparazione conica del terzo coronale. Questo allargamento preliminare
permette una più efficace detersione e una miglior successiva
sagomatura della metà apicale del canale con i Profile Series 0.04
Tapers. La lunghezza totale degli Orifice Openers è di 19 millimetri,
con una lunghezza della parte lavorante di circa 9 millimetri. Oltre a
ridurre la frequenza di fratture dei files, questa minor lunghezza li
rende più facili da maneggiare nelle zone di accesso difficile. Le
dimensioni ISO della punta di questi strumenti sono 30, 40 e 50,
abbinate come detto a conicità di 0.06 e di 0.07. Questi strumenti
hanno la stessa funzione dei Quantec Flares.
I ProFile
0.04 e 0.06
hanno una punta a forma di
pallottola, con inclinazione delle superfici di 60° che a loro volta si
collegano senza soluzione di continuità ai piani radiali. Anche se
queste conicità hanno un angolo di taglio di 90 gradi, le creste, in
forza della presenza di piani radiali non aggressivi spianano
delicatamente le pareti senza produrre solcature o filettature. Le
solcature sono intagliate in profondità, per aumentare la flessibilità
dello strumento e per generare un core interno assiale parallelo di
metallo. Quindi, quando il ProFile è in rotazione, gli sforzi sono
distribuiti più uniformemente lungo l'intero strumento, a differenza di
quanto si verifica in presenza di core assiale non parallelo, o con lo
stelo conico di uno strumento convenzionale, in cui gli sforzi sono più
concentrati verso la punta della sua stretta estremità.
Una ricerca da Blum et al. (1999), tuttavia, ha
dimostrato che il torque può ancora svilupparsi nei 3 millimetri
apicali dei ProFiles, anche quando usati in una procedura step-down.
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Gli strumenti ProFile sono disponibili con conicità 0.04 o
0.06, rispettivemente doppia e tripla rispetto alla conicità ISO 0.02.
La conicità 0.04 è più adatta a piccoli canali ed alle
regioni apicali della maggior parte dei canali di dimensioni medie,
compresi quelli delle radici mesiali dei molari mandibolari e delle
radici buccali dei molari mascellari.
La conicità 0.06 è suggerita per il terzo medio della maggior parte dei
canali, per le radici distali dei molari mandibolari e per le radici
palatali dei molari mascellari. Così come con la tecnica a
modificazione graduata della conicità dei Quantec Series, il clinico ha
la possibilità di scegliere e utilizzare conicità alternate nella
preparazione dello stesso canale (cioè, combinazioni di strumenti
ProFile a conicità 0.04, 0.06 e 0.07). Dal momento dello sviluppo dei
ProFileTapers, sono stati adottati un certo numero di metodi e
procedure diverse di utilizzo. Non è attualmente suggerita nessuna
tecnica "autonoma" ed esclusiva. Ad esempio, un certo numero di clinici
utilizza il Profile System per la preparazione apicale dopo un
pre-allargamento coronale effettuato con mezzi tradizionali.
Profile 0.04 e 0.06 - profile orifice
shapers: preparazione canalare
Una tecnica di base che usa gli Orifice Shapers e i Profile Tapers è la
seguente.
Una volta completato l’accesso, e confermate la pervietà del canale e
la lunghezza di lavoro, un Orifice Shaper N° 30 a conicità 0.06 è
inserito per alcuni millimetri nel canale e messo in rotazione. Viene
così aperta la strada agli strumenti seguenti. L’Orifice Shaper N° 50 a
conicità 0.07 è poi usato per allargare il terzo coronale, ed è seguito
dall’Orifice Shaper N° 40 a conicità 0.06. Quest’ultimo dovrebbe essere
fatto avanzare fino circa a metà lunghezza del canale, usando pressione
minima. Vanno effettuate irrigazione e ricapitolazione durante l'intera
sequenza. Successivamente viene inserito un file in acciaio
inossidabile nel canale e ne viene controllata radiograficamente la
posizione. La punta di tutti i Profile Tapers utilizzati in sequenza
agisce solo come guida. Lo strumento taglia prevalentemente sullo
stelo, principalmente con le lame centrali. Un Profile Taper non
dovrebbe essere mai usato nel canale più a lungo di 4-6 secondi. Il
clinico deve, in questa fase, far avanzare passivamente gli strumenti a
conicità 0.04 o 0.06, o combinazioni di questi, fino a lunghezza di
lavoro o vicino ad essa. Mentre i files rotanti si avvicinano alla
lunghezza stabilita, le pareti canalari vengono sagomate in forma
conica. Nella maggior parte dei casi, un ProFile .04 N° 30, o un
equivalente Profile 29 Series a conicità 0.04, possono giungere alla
lunghezza di lavoro con resistenza minima. Nei canali più stretti,
tuttavia, il primo strumento a raggiungere la lunghezza di lavoro può
essere un N° 25 o un N° 20 a conicità 0.04. Se non è possibile portare
i Profile Tapers alla lunghezza di lavoro completa, files manuali in
acciaio inossidabile o in nichel-titanio possono essere usati per
completare la preparazione a 1-2 millimetri dall’apice.
Frick et al. (1997)
non segnalarono alcuna differenza fra Quantec e Pro-File, che
produssero, in canali di denti estratti, un raddrizzamento minimo e una
superiorità netta in confronto alla strumentazione manuale. Tuttavia,
Kosa et al. (1998) riportarono maggior raddrizzamento con
files Quantec che con Pro-File. Entrambi gli studi purtroppo non
specificavano il tipo di strumento Quantec utilizzato per la
preparazione (con punta tagliente o non tagliente). Uno dei motivi
possibili a giustificare il più severo raddrizzamento prodotto dagli
strumenti Quantec può essere il disegno della punta del file, poichè i
files Quantec SC non hanno punte arrotondate, ma punte sfaccettate a
quattro superfici aggressive e taglienti.
Bryant et
al. (1998) utilizzarono ProFile .04 per prepararare canali
radicolari simulati, e notarono trasporto verso l’esterno della curva
nella regione apicale e lungo la parte curva dei canali, oltre a
preparazione più centrata nel tratto coronale rettilineo; osservarono
inoltre zips nel 24% dei casi, ma di entità molto limitata.
Kavanaugh
& Lumley (1998) non trovarono differenze significative usando
ProFile a conicità
0.04 e 0.06 riguardo al trasporto del canale, osservando peraltro che
l'uso della conicità 0.06 migliorava la sagomatura del canale.
Park (2001) strumentò canali
simulati con ProFile .06 e GT Rotary, ottenendo preparazioni coniche
eccellenti, con mantenimento della curvatura originale; i canali
preparati con i files GT mostravano un allargamento leggero sul lato
interno all'inizio della curvatura.
Peters et al. (2001)
riportarono che i ProFile .04 determinavano minor trasporto coronale
rispetto ai GT Rotary.
Versümer et al. (2002)
prepararono canali di molari mandibolari estratti, con curvature tra
20° e 40°, usando LightSpeed o ProFile .04 fino a diametro ISO 45; in
entrambi i gruppi la curvatura fu mantenuta, con raddrizzamento
inferiore a 1°, senza differenza significativa fra gli strumenti; tre
fratture si ebbero con i ProFile .04, nessuna con i LightSpeed; non si
ebbero variazioni di lunghezza di lavoro, perforazioni o blocchi
apicali; dopo preparazione con i ProFile .04, il 64.0% dei canali
presentava sezione rotonda, il 30.7% sezione ovale, il 5.3% sezione
irregolare, mentre i valori corrispondenti dopo preparazione con
LightSpeed furono rispettivamente 41.3%, 45.3%, 13.3% (no differenza
significativa); i LightSpeed allargarono più uniformemente i canali, ma
la differenza fu statisticamente significativa soltanto per il terzo
coronale; il tempo di lavoro medio fu significativamente più breve per
i ProFile.04 (105 secondi) che per i LightSpeed (140 secondi); i
LightSpeed fornirono i risultati migliori relativamente alla rimozione
dei residui, ma senza differenza significativa fra i sistemi; i
risultati per lo smear layer furono simili: nel terzo coronale dei
canali i Lightspeed risultarono significativamente migliori, mentre nei
terzi medi ed apicali le differenze non furono significative.
Garala et al. (2003)
prepararono in vitro canali in radici mesiali di molari
mandibolari, utilizzando Profile o Hero 642, ed esaminarono le sezioni
trasversali dei canali preparati; i canali buccali e linguali, sia a
livello apicale che coronale, mostrarono una riduzione modesta dello
spessore della parete dopo strumentazione, e non fu trovata differenza
statisticamente significativa fra i due sistemi; il fattore più
significativo nel determinare lo spessore minimo della parete del
canale, dopo la preparazione, era lo spessore precedente la
preparazione.
Gonzalez-Rodriguez
& Ferrer-Luque (2004) valutarono i cambiamenti nelle sezioni
trasversali di canali curvi, e indicarono che la preparazione con
ProFile .04 generava una morfologia arrotondata del canale, con
variazioni trascurabili, nei terzi medi e apicali; inoltre, la quantità
di dentina rimossa e le deformazioni osservate erano trascurabili o
inesistenti nel terzo apicale, in accordo con le osservazioni di
Jardine & Gulabivala (2000).
Zmener et al. (2005)
prepararono in vitro tre gruppi di 15 canali ovali in radici
di premolari mascellari e mandibolari, utilizzando Anatomic Endodontic
Technology (AET), ProFile, e strumentazione manuale step-back con
K-Flexofiles; a tutti i livelli, i canali strumentati con AET si
dimostravano più puliti, con minore presenza di detriti e di smear
layer (differenza significativa con gli altri due tipi di
preparazione); ProFile e strumentazione manuale (senza differenze
significative) producevano risultati più scadenti.
E
stato ipotizzato che strumenti quali i
ProFile e i GT Rotary abbiano scarsa efficacia di
detersione come conseguenza del disegno degli strumenti, in particolare
dei piani radiali che realizzano un'azione di spianamento più che di
taglio sulle pareti del canale (Thompson & Dummer 1997, Schäfer
& Fritzenschaft 1999, Jeon et al. 2003,
Rödig et al. 2007).
In uno studio di Di Fiore et
al. (2006) 360 studenti in Odontoiatria utilizzarono 2880 ProFile
rotanti in nichel-titanio per preparare 1440 canali simulati in 720
denti di plastica e altri 2880 ProFile dello stesso tipo per preparare
1440 canali naturali in 720 denti estratti; l'incidenza globale di
fratture degli strumenti fu dello 0.41% nei canali simulati in
plastica, e dello 0.31% nai canali naturali; l'incidenza generale di
fratture degli strumenti fu dello 0.36%; degli strumenti che si
fratturarono, il 67% era rappresentato dal N° 25 di conicità 0.04;
l’81% dei frammenti era localizzato nel terzo apicale del canale;
media, mediana e moda della dimensione dei frammenti erano sempre
uguali a 3 mm.
Rödig et al. (2007)
osservarono che sia i GT Rotary che e i ProFile .04 prepararono la
maggior parte dei canali in denti estratti, in vitro, con
sezioni trasversali rotonde o ovali, ma soltanto in pochi canali fu
strumentata la circonferenza completa. Rödig et al. (2007) non
riuscirono inoltre ad ottenere né con i ProFile, né con i GT Rotary,
una pulizia accettabile delle pareti canalari, sulle quali permavano
detriti; allo stesso modo permaneva smear layer nonostante l’impego di
un chelante in pasta durante la preparazione, confermando indicazioni
precedenti che l’irrigazione finale con EDTA in soluzione acquosa era
più efficace nel migliorare il grado di pulizia (Calt & Serper
2000).
Circa
la resistenza alla frattura, Rödig et al. (2007) preparando 50
canali di radici mesiali di molari mandibolari con ProFile .04, e 50
canali simili con GT Rotary, ebbero solo due fratture di strumenti
(ProFile .04, N° 35 e 45), dato comparabile con precedenti osservazioni
(Versümer et al. 2002). Questi risultati sono in accordo con
altri studi dove l'incidenza delle fratture aumentatava con l'aumento
della dimensione dei files, e dove la maggior parte delle fratture si
verificava con strumenti di misura compresa fra il N° 30 e il N° 35
(Bryant et al. 1998, Baumann & Roth 1999, Guelzow et
al. 2005).
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ProFile GT
(Dentsply/Tulsa
Dental, Tulsa,Okla., USA)
ProFile GT - Brochure: click on the image below.
Gli strumenti ProFile GT Rotary e ProFile GT (Greater Taper)
Rotary Files sono fabbricati con lega in nichel-titanio, e lo
scopo per cui sono stati ideati è di generare una forma predeterminata
in un singolo canale. Progettati da Steven Buchanan e disponibili anche
come strumenti manuali, sono stati prodotti a partire dal 1998 con
conicità 0.06, 0.08, 0.10 e 0.12, tutti con un diametro ISO costante
della punta non tagliente di 0.20 millimetri (ISO N° 20), per
assicurare il mantenimento di una piccola preparazione apicale.
Presentano scanalature ad U a passo variabile, con piani radiali, e le
lame avvolte a spirale in senso orario. Forniscono efficienza di taglio
laterale, sullo stelo, simile a quella di un reamer. Ma mostrano anche
resistenza tipo file K alla punta. Ovvero, presentano angoli chiusi
nelle scanalature alla punta dello strumento e angoli più aperti
all’estremità opposta. Gli angoli aperti delle scanalature alla base
del gambo tendono a ridurre la possibilità che il file possa filettare
il canale, un problema che si presenta con altri disegni di strumenti
rotanti. Il diametro massimo della parte lavorante è di 1 millimetro.
Poiché i files GT hanno conicità variabile, ma hanno gli stessi
diametri di punta e gli stessi diametri massimi della parte lavorante,
la lunghezza della parte lavorante si riduce con l’aumento della
conicità. Gli strumenti a conicità 0.06 sono progettati per i canali di
piccole radici, da moderatamente a severamente curvi. Quelli a conicità
0.08 sono progettati per i canali di piccole radici, da diritti a
moderatamente curvi. Infine, quelli a conicità 0.10 sono progettati per
i canali di grandi radici, da diritti a moderatamente curvi. Tre files
GT accessori sono disponibili per i canali radicolari insolitamente
grandi che hanno diametri apicali maggiori di 0.3 millimetri. Questi
strumenti hanno una conicità di 0.12, un diametro massimo della parte
lavorante di 1.5 millimetri, e punte di diametro ISO N° 35, 50 e 70 .
Quando usati in canali con grandi diametri apicali, si può in genere
completare l’intera sagomatura con un solo file. I files ProFile GT sono
progettati in modo che la conicità finale della preparazione sia
essenzialmente equivalente al rispettivo GT usato. Studi (non
pubblicati, 2000) intrapresi alla University of Pacific trovarono che
studenti di odontoiatria non laureati, addestrati all’utilizzo della
tecnica con strumenti rotanti GT, completavano la sagomatura in un
tempo del 75% inferiore a quello necessario per completare la
preparazione con K files manuali e frese di Gates-Glidden tradizionali.
Le sagomature erano inoltre più rotonde in sezione per tutta la
lunghezza del canale, e più conservative nel terzo coronale.
Profile Gt: preparazione del canale
Secondo il fabbricante, la tecnica ProFile GT può essere
suddivisa in tre passaggi: step-down con files ProFile GT, poi step
back con files ProFile 0.04 Taper, e infine sagomatura finale del
canale con un file GT. Come con tutte le tecniche rotanti, subito dopo
il sondaggio iniziale è usato un approccio step-down con files manuali
e lubrificante. Successivamente sono usati GT files standard (con
conicità 0.12, 0.10, 0.08, e 0.06) a 150-300 rpm, permettendo a
ciascuno di ruotare alla sua lunghezza passivamente. La lunghezza di
lavoro dovrebbe essere determinata una volta che il file GT ha raggiunto
i due terzi della lunghezza presunta del canale. In alcuni casi, i GT
files a conicità 0.06 raggiungeranno la lunghezza di lavoro. Poiché
tutti i files standard GT hanno un diametro di punta di 0.20
millimetri, quelli a conicità 0.08 e 0.10 dovrebbero andare facilmente
a lunghezza di lavoro se le conicità 0.08 e 0.10 sono previste per quel
canale particolare. Piuttosto che usare il file GT al limite apicale,
una variazione della tecnica prevede la creazione di una conicità
apicale con altri metodi. ProFiles a conicità 0.04, solitamente nelle
misure da 25 a 35, possono essere usati in step-down, per creare la
sagomatura finale a lunghezza di lavoro, o, se si preferisce, possono
essere usati strumenti manuali per sagomare i 2 mm più apicali del
canale. Se è necessario un allargamento coronale supplementare, può
essere usato un file accessorio GT appropriato. Con la tecnica di
strumentazione rotante ProFile GT, come con la maggior parte delle
altre tecniche rotanti in nichel-titanio, le regole di base devono
essere rigide. Le velocità devono essere mantenuta costante, deve
essere usata una pressione leggera, i files GT non dovrebbero essere
usati in un canale più di 4-6 secondi, e l'irrigazione e la
lubrificazione dovrebbero essere usate continuamente durante la
procedura.
Park (2001) strumentò canali
simulati con ProFile .06 e GT Rotary, ottenendo preparazioni coniche
eccellenti con mantenimento della curvatura originale; i canali
preparati con i files GT mostravano un allargamento leggero sul lato
interno all'inizio della curvatura.
Peters
et al. (2001), in uno studio comparativo su quattro
tecniche di preparazione, osservarono canali meglio preparati
utilzzando GT Rotary, piuttosto che con ProFile .04, LightSpeed o K
files in acciaio inossidabile, e riportarono che i GT Rotary
determinavano maggior trasporto coronale rispetto ai ProFile .04.
Calberson
et al. (2002) segnalarono un buon mantenimento della
curvatura del canale dopo uso dei GT Rotary, con soltanto un leggero
raddrizzamento apicale, ma con un'alta incidenza di zipping apicale che
poteva essere ipoteticamente stato detrminato dall'uso di canali di
plastica in quello studio.
Bergmans et al. (2002)
prepararono canali mesiali in mandibolari molari estratti usando
LightSpeed o GT Rotary; i GT Rotary rimossero significativamente più
dentina nella parte media e apicale del canale; in entrambi i gruppi si
ebbe raddrizzamento, ma senza differenza significativa riguardo al tipo
di strumento; tuttavia, i valori assoluti relativi al trasporto e alla
deviazione dall’asse centrale furono piccoli e non fu osservata nessuna
aberrazione nei canali.
Molti
studi hanno segnalato che una grande quantità di dentina è rimossa
nelle parti medie e coronali dei canali radicolari preparati con GT
Rotary (Calberson et al. 2002, Al-Omari et al. 2003,
Bergmans et al. 2003). Ciò probabilmente è dovuto alla conicità
maggiore dei GT Rotary Shaping Files che raggiungono il 12%, mentre ad
esempio i ProFile .04 si limitano ad una conicità del 4%.
Guelzow et al. (2005) confrontarono
in vitro vari parametri della preparazione di canali mesio-buccali
di molari mandibolari usando una tecnica manuale standardizzata (con
files K ed Hedström) e sei strumenti rotanti differenti in
nichel-titanio (FlexMaster, GT System, HERO 642, K3, ProTaper e RaCe).
Nessuna differenza significativa di alterazione della lunghezza di
lavoro fu rilevata fra gli strumenti rotanti in Ni-Ti; tutti gli
strumenti in Ni-Ti rispettarono la curvatura originale, con lieve
raddrizzamento medio, che andava da 0.75 (System GT) a 1.17 (ProTaper)
gradi; i ProTaper ebbero il numero più basso di diametri postoperatori
irregolari dei canali, mentre i risultati con gli altri sistemi furono
simili; i ProTaper si fratturarono in tre canali, mentre una frattura
si ebbe con con GT System, HERO 642, K3 e tecnica manuale; gli
strumenti in Ni-Ti prepararono più velocemente i canali rispetto alla
tecnica manuale, e le preparazione più veloci si realizzarono con i GT
System.
Er et al.
(2005) valutarono il numero di batteri estrusi dopo preparazione in
vitro di canali radicolari contaminati con E. faecalis in denti
estratti; furono usati files ProTaper e GT System, ed entrambi i
sistemi estrusero batteri attraverso il forame apicale, senza alcuna
differenza significativa.
E stato ipotizzato che strumenti quali i
ProFile e i GT Rotary abbiano scarsa efficacia di detersione come
conseguenza del disegno degli strumenti, in particolare dei piani
radiali che realizzano un'azione di spianamento più che di taglio sulle
pareti del canale (Thompson & Dummer 1997, Schäfer &
Fritzenschaft 1999, Jeon et al. 2003, Rödig et al.
2007).
Rödig et al. (2007) osservarono che
sia i GT Rotary che e i ProFile .04 preparavano la maggior parte dei
canali in denti estratti, in vitro, con sezioni trasversali
rotonde o ovali, ma soltanto in pochi canali veniva strumentata la
circonferenza completa. Rödig et al. (2007) non riuscirono
inoltre ad ottenere né con i ProFile né con i GT Rotary una pulizia
accettabile delle pareti canalari, sulle quali permavano detriti; allo
stesso modo permaneva smear layer nonostante l’impego di un chelante in
pasta durante la preparazione, confermando indicazioni precedenti che
l’irrigazione finale con EDTA in soluzione acquosa sia probabilmente
più efficace nel migliorare il grado di pulizia (Calt & Serper
2000).
Circa la resistenza alla frattura, Rödig et
al. (2007) preparando 50 canali di radici mesiali di molari
mandibolari con ProFile .04, e 50 canali simili con GT Rotary, ebbero
solo due fratture di strumenti (ProFiles .04, N° 35 e 45), dato
comparabile con precedenti osservazioni (Versümer et al. 2002).
Questi risultati sono in accordo con altri studi dove l'incidenza delle
fratture aumentatava con l'aumento della dimensione dei files, e dove
la maggior parte delle fratture si verificava con strumenti di misura
compresa fra il 30 e il 35 (Bryant et al. 1998, Baumann &
Roth 1999, Guelzow et al. 2005).
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ProFile GTX
(Dentsply/Tulsa
Dental, Tulsa,Okla., USA)
ProFile GTX -
Brochure: click on the image below.
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ProFile GTX - Instrumentation Technique: click on the image below.
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Nell’ottobre 2007 la Tulsa ha
introdotto i Gt Series X, in nichel-titanio M-Wire. Progettati ancora
da Steven Buchanan, gli strumenti GTX sono caratterizzati da minore
superficie di taglio e solcatura più ampia e aperta dello stelo, che
riducono significativamente la massa del core. Gli ampi spazi di
raccolta per i detriti ne facilitano la rimozione e migliorano
ulteriormente l'efficienza dello strumento Il disegno risulta più
snello, ma più resistente. Il risultato è uno strumento più veloce nel
taglio, con flessibilità aumentata e quindi più adatto a lavorare in
canali curvi, e con maggior resistenza all’affaticamento ciclico, causa
principale delle fratture degli strumenti. All’aumentata flessibilità
dei GTX contribuisce il tipo di lega in Ni-Ti con cui sono fabbricati (
M-Wire Ni-Ti).
ProTaper Rotary System
(Dentsply/Tulsa Dental, Tulsa,Okla., USA)
ProTaper -
Brochure: click on the image below.
I ProTaper furono introdotti al Congresso della AAE all'inizio di 2001.
Questo
sistema di strumentazione, che include tre
"Shaping" e tre "Finishing" files, è stato sviluppato in collaborazione da
Clifford Ruddle, John West, Pierre Machtou, e Ben Johnson, e progettato
da François Aeby e Gilbert Rota della Dentsply/Maillefer in Svizzera.
La caratteristica distintiva del sistema ProTaper è la conicità
"variabile e progressiva" di ogni strumento.
La serie di strumenti numericamente ridotta rispetto ad altri
sistemi, fu progettata in funzione dell’ endodontista esperto che
affronta i casi più impegnativi.
Secondo gli sviluppatori, i files rotanti in nichel-titanio ProTaper ("a conicità progressiva")
facilitano in modo sostanziale la preparazione del canale radicolare,
specialmente in canali curvi e stretti. E’ stato dichiarato che
producono una sagomatura del canale adeguata a permettere una
otturazione prevedibile. Durante l’uso, le lame del file
ingaggiano una piccola area di dentina, così riducendo il carico di
torsione, quello che conduce all'affaticamento e alla frattura del
file. Durante la rotazione fornirebbero, inoltre, un controllo tattile
aumentato rispetto agli strumenti rotanti di disegno tradizionale.
"La possibilità di blocco", secondo quanto riferito, è ridotta, con minor
preoccupazione di frattura. Come con qualsiasi nuovo sistema, tuttavia,
si raccomanda al principiante che usa i ProTaper di esercitarsi prima
su denti estratti con canali curvi e stretti.
Configurazioni dei ProTapers
Come precedentemente dichiarato, il sistema ProTaper è costituito da
soltanto sei strumenti: tre Shaping Files e tre Finishing Fles. Gli
Shaping Files sono denominati S-X, S-1, e S-2. Il file S-X Shaper è uno
strumento ausiliario, utilizzato in canali corti, o per
allargare il tratto coronale della preparazione, con funzioni
simili all'uso delle frese di Gates-Glidden o degli Orifice Openers. Il
file S-X presenta un incremento di conicità da D0 (diametro
di punta) a D9 (a 9.0 millimetri dalla punta) molto maggiore
rispetto agli altri due shapers, S-1 e S-2. Alla punta (D0),
lo shaper S-X ha un diametro ISO di 0.19 millimetri. Esso aumenta di
1.1 millimetri in D9 (paragonabile alla dimensione della
punta di uno strumento ISO di numero 110). Dopo D9, il grado
di conicità scende fino a D14, assottigliando lo strumento
ed aumentandone la flessibilità.
I files S-1 e S-2 partono da dimensioni di punta di 0.17 millimetri e
di 0.20 millimetri, rispettivamente, e ciascun file aumenta di conicità
di 1.2 millimetri. Ma, diversamente dalla conicità costante mm/mm degli
strumenti ISO, i ProTaper Shapers hanno conicità crescenti mm/mm per
tutta la lunghezza di 14 millimetri della loro parte lavorante. Questo
è ciò è che rende questi strumenti unici. Il Shaping File S-1 è
destinato a preparare il terzo coronale del canale, mentre il Shaping
File S-2 ingrandisce e prepara il terzo medio, oltre che la regione
critica del terzo apicale che confina col terzo medio. Finalmente,
entrambi gli strumenti possono anche contribuire ad ingrandire il terzo
apicale del canale.
I tre Finishing Fles sono stati progettati per eliminare le variazioni
di diametro del canale nel terzo apicale. I Finishing Files F-1, F-2, e
F-3 hanno diametri di punta (D0) di dimensioni
ISO
20, 25 e 30, rispettivamente. Anche
le loro conicità differiscono. Tra D0 e D3,
aumentano il taper di 0.07, 0.08 e 0.09 mm/mm, rispettivamente. Da D4
a D14, ogni strumento mostra una conicità diminuita, che
migliora la relativa flessibilità del flle. Anche se soprattutto
progettati per rifinire il terzo apicale del canale, i Finishing Files
allargano progressivamente anche il terzo medio. Generalmente, soltanto
uno strumento è necessario per preparare il terzo apicale alla
lunghezza di lavoro, e la dimensione della punta (0.20, 0.25, o 0.30)
sarà selezionata in relazione alla curvatura e al diametro in sezione
trasversa del canale. Il Finisher F-3 è stato ulteriormente rivisto per
aumentarne la flessibilità nonostante la dimensione.
Vantaggi dei ProTapers
1. La conicità (multipla) progressiva migliora la
flessibilità del flle, la sua efficienza di taglio, e questa
caratteristica è importante in canali curvi e stretti.
2. Il passo equilibrato e gli angoli elicoidali dello strumento
ottimizzano l'azione di taglio e trasportano efficacemente i detriti
coronalmente, riducendo allo stesso tempo la probabilità che lo
strumento si "avviti" nel canale.
3. Sia gli "Shapers" che i "Finishers" rimuovono i detriti ed il tessuto molle dal
canale, e rifiniscono la preparazione conferendole una conicità
continua.
4. La sezione trasversa triangolare degli strumenti aumenta la
sicurezza, l’efficacia di taglio ed il senso tattile, mentre riduce la
zona di contatto laterale fra il file e la dentina.
5. La punta dello strumento fa da guida e può seguire facilmente un
percorso, precedentemente preparato a mano, senza intaccare le pareti
laterali.
ProTaper System:
Preparazione del canale - linee
guida
1. Preparare una cavità di accesso rettilinea, rimuovendo
le restrizioni camerali nel percorso d'ingresso al canale.
2. Riempire la cavità di accesso con ipoclorito di sodio e/o ProLube.
3. Preparare un percorso facilitato liscio, senza irregolarità,
all’interno del canale, usando files manuali in acciaio inossidabile N°
10 e N° 15.
4. Usare visione con massimo ingrandimento per osservare il movimento
dello strumento rotante. "Vedere" il movimento rotante è più sicuro che fidarsi della
"percezione" tattile
di tale movimento.
5. Utilizzare un motore elettrico con controllo di velocità e di
torque, regolato a 200-300 rpm.
6. Usare estrema delicatezza con lo strumento rotante, maggiore di
quella usata con gli strumenti manuali. Lavorare sempre in un canale
umido. Irrigare frequentemente.
7. Procedere per piccoli avanzamenti. Ogni strumento dovrebbe procedere
sagomando tratti minimi. Due, tre, o quattro passaggi possono essere
richiesti perchè il file superi tratti stretti e prepari il canale alla
profondità adeguata.
8. Gli strumenti si rompono quando i solchi sono caricati di detriti, o
quando sono forzati. Controllare frequentemente i solchi sotto
ingrandimento, e pulirli. Anche l’affaticamento ciclico da uso
eccessivo o la mancata preparazione di un glide-path portano a frattura
dello strumento.
9. I ProTaper sono strumenti soggetti ad affaticamento e, come tutti i
files e reamers endodontici, sono progettati per un uso limitato ad un
singolo paziente. A volte gli strumenti sono persino cambiati
all'interno dello stesso trattamento (per esempio, nel caso di un
molare con quattro canali).
10. Irrigare con EDTA al 17% o con chelante viscoso durante la
strumentazione con ProTapers.
ProTaper System:
istruzioni d’uso
1. Stabilire l'accesso adeguato e preparare il glide-path
con files manuali in acciaio inossidabile N° 10 e N° 15 portati a
lunghezza di lavoro.
2. Irrigare il canale e la camera con ipoclorito del sodio. Cominciare
a sagomare con lo Shaper S-1, usando passaggi ripetuti con pressione
leggera. Non procedere oltre i tre quarti della lunghezza prevista del
canale. Irrigare e ricapitolare con un file manuale N° 10, verificando
la pervietà alla lunghezza di lavoro. Poi, con l’S-1, estendere la
preparazione fino a lunghezza di lavoro completa. Irrigare e
ricapitolare nuovamente.
3. Usare lo Shaper S-X per migliorare l'accesso rettilineo in denti
corti, o per spostare l’accesso del canale, distanziandolo dalle
forcazioni, nei denti posteriori.
4. Procedere con la sagomatura utilizzando il file S-2 a lunghezza di
lavoro completa. Irrigare, ricapitolare, e irrigare nuovamente.
5. Confermare e mantenere la lunghezza di lavoro con un file manuale.
6. Con il Finisher F-1, estendere passivamente la preparazione fino a
0.5 millimetri dalla lunghezza di lavoro, e ritirare lo strumento dopo
1 secondo. Il ProTaper F-1 ha dimensione alla punta di 0.20 millimetri,
e se uno strumento manuale N° 20 si conferma alloggiato in modo
preciso, la preparazione è terminata. Con lo strumento in sede,
verificare radiograficamente la lunghezza esatta prima dell’irrigazione
finale.
7. Se il Finisher F-1 e un file manuale N° 20 sono alloggiati troppo
comodamente, continuare la preparazione con il Finisher F-2, che ha un
diametro di 0.25 millimetri alla punta. Confermare con uno strumento
manuale N° 25 e, se esso alloggia in modo preciso, confermare la
lunghezza radiograficamente, irrigare e completare.
8. Se lo strumento F-2 e un file manuale N° 25 alloggiano troppo
comodamente, continuare la preparazione, lievemente corta rispetto alla
lunghezza di lavoro, con il Finisher F-3, che ha un diametro di punta
di 0.30 millimetri, e poi con lo strumento N° 30 di conferma. Se il N°
30 e il Finisher F-3 alloggiano comodamente, la preparazione è
terminata. Se sono eccessivamente comodi, vi sono tecniche per
ingrandire il terzo apicale a più grandi diametri.
9. E’ imperativo effettuare irrigazione e pulizia dei files.
Una volta che la preparazione tronco-conica è completata, rimuovere lo
smear layer con EDTA, irrigare con ipoclorito del sodio, e procedere
alla medicazione e/o otturazione.
Schäfer & Vlassis (2004) valutarono i ProTaper e i RaCe
in due gruppi di 24 canali curvi simulati in resina; tre RaCe e due
ProTaper si fratturarono durante la preparazione; entrambi gli
strumenti prepararono velocemente i canali curvi; I RaCe rispettarono
la curvatura originale del canale meglio dei ProTaper, che mostrarono
tendenza a trasportare esternamente la curva stessa. Nella seconda
parte dello stesso studio gli stessi autori (Schäfer & Vlassis
2004) prepararono due gruppi di 24 canali severamente curvi in molari
estratti, usando RaCe (FKG, La Chaux-de-Fonds, Svizzera) e ProTaper con
tecnica crown-down; due ProTaper e tre RaCe (nessuna differenza
significativa) si fratturarono durante la strumentazione; i RaCe
mantennero meglio la centratura della preparazione e asportarono meglio
i detriti; nessun canale risultò perfettamente pulito.
Studi effettuati sui ProTaper hanno dimostrato gradi variabili di
raddrizzamento e di trasporto del canale (Peters et al. 2003,
Calberson et al. 2004, Yoshimine et al. 2005, Sonntag et
al. 2007). Il trasporto si verificava intorno alla metà del
canale nella parete interna della curvatura, e nella regione apicale
sulla parete esterna dellla curvatura (Calberson et al. 2004,
Sonntag et al. 2007). Yoshimine et al. (2005)
confrontarono tre strumenti rotanti in Ni-Ti e dimostrarono una più
marcata tendenza a formazione di zipping ed intaccature all’estremità
apicale della preparazione usando i ProTaper rispetto a quanto
osservato impiegando i RaCe e i K3. Gli autori suggerirono l'utilizzo
di strumenti più flessibili, come i K3 e i RaCe, nella preparazione
apicale dei canali radicolari curvi (Yoshimine et al.
2005). Confronti multipli fra strumenti rotanti Ni-Ti
appartenenti a sistemi differenti hanno rivelato maggior grado di
raddrizzamento del canale radicolare dopo l’impiego dei ProTaper che
degli Mtwo, K3, ProFile, GT Rotary, e Quantec (Yun & Kim 2003,
Sonntag et al. 2007).nTuttavia altre indagini non hanno trovato differenze
statistiche, relativamente al trasporto del canale, usando ProTaper od
altri strumenti rotanti Ni-Ti in preparazioni ultimate allargando il
diametro apicale fino a dimensione 30 ISO (Guelzow et al. 2005, Paqué et
al. 2005).
Guelzow et al.
(2005) prepararono in vitro canali mesio-buccali di molari
mandibolari, usando tecnica manuale standardizzata (con files K ed
Hedström) e sei strumenti rotanti differenti in nichel-titanio
(FlexMaster, GT System, HERO 642, K3, ProTaper e RaCe). Nessuna
differenza significativa relativamente all'alterazione della lunghezza
di lavoro fu rilevata fra gli strumenti rotanti in Ni-Ti; tutti gli
strumenti in Ni-Ti rispettarono la curvatura originale, con solo un
lieve raddrizzamento medio, che andava da 0.75° (System GT) a 1.17°
(ProTaper); i ProTaper ebbero il numero più basso di diametri
postoperatori irregolari dei canali, mentre i risultati con gli altri
sistemi furono simili; i ProTaper si fratturarono in tre canali, mentre
una frattura si ebbe con GT System, HERO 642, K3 e tecnica manuale; gli
strumenti in Ni-Ti prepararono più velocemente i canali rispetto alla
tecnica manuale, e le preparazioni più veloci furono effettuate dai GT
System.
Er et al.
(2005) valutarono il numero di batteri estrusi dopo preparazione in
vitro di canali radicolari contaminati con E. Faecalis in denti
estratti; furono usati files ProTaper e GT System, ed entrambi i
sistemi estrusero batteri attraverso il forame apicale, senza alcuna
differenza significativa.
Plotino et al. (2007) prepararono canali
moderatamente curvi su denti estratti comparando Mtwo usati con tecnica
simultanea e ProTaper usati con tecnica crown-down, e non osservarono
differenza relativamente alla quantità di dentina rimossa nel terzo
coronale.
Yang et al.
(2006) prepararono con ProTaper e Hero 642 canali simulati ad S e ad L
in blocchetti di resina; gli Hero 642 prepararono più velocemente
entrambi i tipi di canale, mantennero più esattamente la lunghezza di
lavoro e rispettarono meglio la curvatura originale; i ProTaper
provocarono trasporto apicale esterno nei canali curvi a L e inoltre
trasporto interno alla curva nei canali ad S. Gli Hero 642 mantennero
meglio la centratura nella parte apicale del canale, ma ovviamente con
sagomature a conicità ridotta.
Yang et al.
(2007) in un successivo lavoro prepararono due gruppi di 20 canali in
molari mandibolari estratti, con ProTaper (a conicità progressiva) e
con Hero Shaper (a conicità costante); nessuno strumento si fratturò
durante la preparazione; un Hero Shaper si deformò permanentemente;
entrambi i sistemi mantennero la lunghezza di lavoro; gli Hero Shaper
produssero minor raddrizzamento; i ProTaper rimossero più dentina nelle
regioni coronali e medie; i canali preparati con Hero Shaper generarono
minor trasporto e preparazioni più centrate nella regione apicale,
probabilmente grazie alla minor rigidità, a sua volta dipendente dalla
minor conicità dello strumento.
Elayouti et al. (2008)
confrontarono la qualità della preparazione prodotta in canali ovali da
ProTaper, Mtwo, e dalla tecnica delle forze bilanciate con files in
Ni-Ti manuali; nessuna delle tecniche di strumentazione prepararò
circonferenzialmente il profilo ovale dei canali; tuttavia, ProTaper ed
Mtwo furono più efficaci dei files manuali in Ni-Ti, ma, in alcuni
casi, provocarono una notevole riduzione dello spessore della parete
dentinale.
Vieira et al. (2008) usarono ProTaper
su molari in vivo; l'uso dei ProTaper da parte di un
endodontista esperto permise di preparare fino ad otto molari senza
fratture di strumenti; la preparazione effettuata da studenti provocò
invece sei fratture; la resistenza all’affaticamento diminuì dopo l’uso
clinico in tutti gli strumenti analizzati.
Taşdemir
et al. (2008) impiegarono tre strumenti
rotanti in nichel-titanio (ProTaper, R-Endo, Mtwo) e strumentazione
manuale (files Hedström) per rimuovere guttaperca e cemento endodontico
in denti estratti; i ProTaper lasciarono meno residui di materiale
rispetto agli altri sistemi, ma fu trovata differenza significativa
solo con gli Mtwo; gli Mtwo e i ProTaper prepararono più velocemente
rispetto alla strumentazione manuale e al sistema R-Endo (differenza
significativa); gli R-Endo furono significativamente più rapidi
rispetto alla strumentazione manuale; nessun sitema riuscì a produrre
pulizia completa.
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ProTaper Universal
(Dentsply/Tulsa Dental, Tulsa,Okla., USA)
ProTaper
Universal - Brochure Maillefer: click on the image
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ProTaper
Universal - Brochure Tulsa: click on the image
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ProTaper
Universal - Directions for Use Tulsa: click on the image
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ProTaper
Universal - Technique Tulsa: click on the image
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Il sistema rotante di
strumenti Ni-Ti ProTaper Universal (Dentsply Maillefer, Ballaigues,
Switzerland) ) è stato introdotto sul mercato nel 2006 e rappresenta un
aggiornamento del sistema ProTaper. I files ProTaper Universal
presentano un disegno rinnovato. Sono conservate le conicità multiple
sullo stelo e il disegno a sezione trasversale triangolare convessa, ma
presentano anche lame vicino alla punta non tagliente, come pure uno
spazio aumentato di raccolta dei detriti che ne facilita lo scarico
dalla punta alla base. Sono disponibili due nuovi finishing files (F4 e
F5) studiati per apici ampi (dimensioni ISO 40 e 50). Nuove
caratteristiche sono inoltre presenti nei Finishing files dei ProTaper
Universal: punta più arrotondata, che favorisce la centratura della
preparazione rispetto al canale originale, e sezione ridotta, che ne
aumenta la flessibilità. Il disegno dei Finishing files di dimensione
maggiore, F3, F4 ed F5, è stato modificato per aumentarne la
flessibilità.
Vaudt et al. (2009) hanno confontato,
preparando denti estratti in vitro, files rotanti in
Ni-Ti ProTaper Universal e Alpha System, e inoltre strumenti manuali in
acciaio. Hanno ottenuto risultati simili a quelli di studi precedenti
effettuati sui files ProTaper classici, che avevano dimostrato gradi
variabili di raddrizzamento e di trasporto del canale (Peters et al.
2003, Calberson et al. 2004, Yoshimine et al. 2005, Sonntag et
al. 2007). Vaudt et al. (2009) in particolare hanno
riscontrato una più pronunciata azione raddrizzante dei ProTaper
Universal rispetto agli Alpha System., ipotizzando che il maggior
trasporto apicale del canale verso l’esterno possa essere stato
determinato dalle conicità variabili della parte lavorante dei files
ProTaper Universal (con conicità fino all’11%, alla punta), molto
diversi dagli strumenti moderatamente conici (2%) Alpha System. I files
ProTaper Universal hanno conicità multiple e crescenti sullo stesso
strumento, mentre gli Alpha System hanno conicità costante e minore.
Una conicità crescente comporterebbe zone di sezione aumentatq e, di
conseguenza, flessibilità diminuita dei files che potrebbe causare il
raddrizzamento e le aberrazioni durante la preparazione canalare
(Bergmans et al. 2001). Va ricordato che studi precedenti in
letteratura hanno dimostrato rapporti fra il momento flettente e
sezione trasversa di uno strumento, ma anche fra il momento flettente e
la dimensione del file così come la sua conicità (Schäfer &
Tepel 2001, Schäfer et al. 2003).
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Quantec System e
Graduating TaperS Technique
(SybronEndo, CA, USA)
Quantec System - Brochure: click on the image
below.
Va considerato che gli strumenti Quantec sono
introdotti in paesi differenti con denominazioni diverse (Quantec SC,
NC, LX, Series 2000).
La serie Quantec consiste di una serie di strumenti in nichel-titanio
di 10 conicità, da 0.02 a 0.06, tutti con punta ISO (Thompson &
Dummer 1998, Schwartz & McSpadden 1999). I Quantec Flare Series,
con conicità di 0.08, 0.10 e 0.12, tutti con diametro di punta 25 ISO,
sono progettati per sagomare rapidamente e in sicurezza il terzo
coronale del canale radicolare. In modo originale rispetto ad altre
tecniche che impiegano strumenti rotanti, il Quantec System è stato
progettato avendo come riferimento il concetto di "graduating tapers
technique", per cui conicità variate sono usate per preparare un
singolo canale. Gli strumenti sono utilizzati a 300-350 rpm con un
manipolo riduttore a coppia elevata. Gli ideatori della graduating
tapers technique (Schwartz
& McSpadden 1999) dichiarano
che impiegando una serie di files a conicità singola, sia a valore 0.02
convenzionale che a valore più grande, si ottiene una riduzione di
efficienza con gli strumenti più grandi, cioè più il file entra in
contatto con le pareti dentinali, più diventa difficile rimuovere
dentina, dal momento che le forze sono applicate su un’area estesa. In
situazione estrema, lo strumento sarà completamente bloccato sulla
parete del canale. In queste condizioni la detersione e la sagomatura
del tratto apicale del canale non potranno essere effettuate in modo
appropriato. Al contrario, ed in conformità con la graduating tapers
technique, limitando la superficie di contatto fra lo strumento e la
parete l'efficienza dello strumento è aumentata, poiché le forze usate
sono concentrate su una più piccola area.
Da: Leonardo, M.R., De Toledo, R. Sistemas Rotatorios en
Endodoncia: instrumentos de níquel-titanio.
2002 Editorial Artes Medicas Ltda.
Con questa tecnica, per esempio, una volta che
i files a conicità 0.02 hanno strumentato il canale, un file a conicità
0.03 con lo stesso diametro apicale avrà contatto con la parete solo
nella parte coronale del canale; portando la conicità da 0.02 a 0.03,
ed aumentandola fino a 0.06, l'efficacia della sagomatura del canale è
resa ottimale, poiché viene ulteriormente limitato il contatto di
superficie fra strumento e parete. Gli strumenti rotanti Quantec sono
costruiti con angoli di taglio leggermente positivi. Sono progettati
per
"rasare",
piuttosto che "raschiare" la
dentina come fanno la maggior parte dei files convenzionali che
presentano angolo di taglio negativo. Il disegno inoltre include un
angolo elicoidale di 30 gradi che genera uno spazio progressivamente
più grande distalmente alla lama di taglio. Questo spazio aiuta a
convogliare i residui coronalmente. A questi files è stata aggiunta
massa periferica di metallo, in modo da non far di dipendere la
robustezza dello strumento solo dalla resistenza del core come succede
in altri sistemi rotanti. Gli ampi piani radiali del Quantec sono
studiati per prevenire la formazione di incrinature nelle lame, e per
favorire la deflessione dello strumento nelle curvature canalari.
Collocando larghi piani radiali dietro la lama, si crea una riduzione
nella resistenza per aumento della frizione concomitante
al mantenimento della
centratura del canale. Riguardo alla geometria di punta, il clinico ha
può scegliere tra due disegni. La punta
"safe-cutting" dello
SC è specificamente progettata per piccoli canali sottili, per
curvature strette e per sistemi canalari calcificati. Questa, punta
sfaccettata a 60 gradi, taglia mentre si muove apicalmente; quando la
punta si avvicina ad una curva, concettualmente, si realizza un
equilibrio fra deflessione del flle e taglio. La punta "noncutting" del Quantec LX, d'altra parte, è non
sfaccettata, a pallottola, agisce da guida nel canale, e consente
deflessione intorno alle curvature severe in canali meno stretti. Questi
strumenti Quantec LX inoltre sono suggeriti per l’allargamento dei
segmenti coronale e medio, e per il lavoro nelle delicate regioni
apicali.
Quantec safe-cutting tip
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Quantec noncutting tip
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Graduating
TaperS technique: preparazione canalare
Prevede una sequenza step-down modificata, che inizia con
l’impiego di un file più conico, e procede poi con files di minor
conicità fino al raggiungimento della lunghezza di lavoro. La tecnica
richiede la preparazione manuale preliminare del canale, la sua
sagomatura, e infine la preparazione apicale. Come in tutte le tecniche
di strumentazione, deve essere ottenuto preliminarmente un accesso
rettilineo agli orifizi canalari. A questo punto si procede
all’allargamento del canale usando files manuali N° 10 e N° 15 a
conicità 0.02. Un file Quantec N° 25, di conicità 0.06 e di 17
millimetri di lunghezza, è quindi usato in modo passivo. Nella maggior
parte dei casi, questo strumento dovrebbe avvicinarsi al terzo apicale
del canale. A questo punto deve essere stabilita la lunghezza di
lavoro. Un
"glide path" è poi
preparato a vantaggio tutti i files successivi, utilizzando files
Quantec manuali N° 10 e N° 15 a conicità 0.02 alla lunghezza di lavoro
stabilita, irrigando sempre con ipoclorito di sodio. Durante la fase di
sagomatura, ogni file Quantec, progredendo in sequenza dallo 0.12 allo
0.03, è inserito con delicatezza nel canale il più in profondità
possibile. In tutti i casi, la pressione apicale applicata deve essere
leggera, e la preparazione va effettuata con leggero movimento a
colpetti, non avanzando mai più di 1 millimetro al secondo nel canale.
Ogni strumento dovrebbe essere utilizzato per non più di 3-5 secondi.
La sequenza è ripetuta fino a che le conicità 0.06 o 0.05 non
raggiungono la lunghezza di lavoro. La preparazione apicale può allora
essere ritenuta completa, o essere ulteriormente accentuata usando
files Quantec standard, rotanti o a mano, a conicità 0.02 N° 40 o N° 45.
Utlizzando la serie Quantec, deve essere effettuata sempre una
corretta, e cioè molto leggera, pressione corono-apicale. Lo strumento,
mantenuto in rotazione continua nel canale, dovrebbe essere
alternativamente e ciclicamente leggermente spinto e poi subito
ritirato, con una progressione lenta verso l'apice. Lo strumento
dovrebbe essere estratto dal canale immediatamente dopo il
raggiungimento della profondità voluta. Lasciarlo nel canale per un
lungo periodo di tempo può determinare trasporto, formazione di
intaccature e frattura dello strumento.
In relazione al pericolo di frattura, se il file in rotazione comincia a
produrre un suono con click (grippaggio del file), si dovrebbe ritirare
lo strumento ed osservare se vi sia distorsione, che della frattura è
evento anticipatore.
Frick et al.
(1997) prepararono canali in denti estratti, utilizzando Quantec,
Pro-File e strumentazione manuale; non segnalarono differenze fra i due
strumenti, che produssero raddrizzamento minimo e una superiorità netta
in confronto alla strumentazione manuale. Tuttavia, Kosa et al.
(1998) riportarono maggior raddrizzamento con Quantec che con Pro-File.
Entrambi gli studi purtroppo non specificavano il tipo di strumento
Quantec utilizzato per la preparazione (con punta tagliente o non
tagliente), Uno dei motivi del più severo raddrizzamento prodotto dagli
strumenti Quantec può essere il disegno della punta del file, poichè i
files Quantec SC non hanno punte arrotondate ma punte sfaccettate a
quattro superfici, aggressive e taglienti. Bertrand et al. 1999)
dimostrarono raddrizzamento maggiore con strumenti Quantec Sc che con
strumenti Quantec LX (non-taglienti).
Hülsmann et al.
(2001) confrontarono le preparazioni di canali radicolari in molari
mandibolari effettuate con HERO 642 ( fino al N° 40 e Quantec SC
fino al N° 45; gli strumenti Ni-Ti mantennero bene la curvatura; il
grado medio di raddrizzamento fu di 2.3° per i Quantec Sc di e di 1.6°
per gli HERO 642; la maggior parte degli incidenti procedurali si
verificarono con i Quantec (cinque fratture, tre bloccaggi apicali,
otto casi di perdita della lunghezza di lavoro), mentre l’HERO 642
provocò tre bloccaggi ed una perforazione; dei canali preparati con
HERO 642, il 63% presentava sezione rotonda, il 24% sezione ovale, il
17% sezione irregolare; dei canali preparati con Quantec SC, il 24%
presentava sezione rotonda, il 29% sezione ovale, il 47% sezione
irregolare; il tempo di preparazione medio fu 52 secondi con gli Hero e
117 secondi con i Quantec; gli HERO 642 diedero i migliori risultati di
rimozione dei detriti, mentre nella rimozione dello smear layer gli
strumenti fornieono risultati simili.
Hülsmann et al. (2003) utilizzarono Lightspeed e
Quantec SC per preparare cinquanta canali di molari mandibolari
estratti, con curvature fra 20 e 40 gradi; tutti i canali furono
preparati a diametro ISO 45, con tecnica step-back e incrementi di 1
millimetro fino a diametro 70 ISO usando i Lightspeed, o con un file N°
45 usando i Quantec SC; il grado medio di raddrizzamento fu di 1.8° con
i Lightspeed e di 1.7° gradi con i Quantec SC (differenza non
significativa); incidenti procedurali si verificarono con i Quantec SC
in dodici canali (tre fratture, quattro bloccaggi apicali e cinque casi
di perdita di lunghezza di lavoro), con i Lightspeed in undici canali
(cinque fratture, un bloccaggio apicale e cinque casi di perdita di
lunghezza di lavoro); il 51.5% dei canali preparati con i Quantec SC
presentarono sezioni rotonde, il 33.3% ovali e il 15.2% irregolari. Il
tempo medio di preparazione fu simile, di 161 secondi con i Quantec SC
e di 155 secondi con i Lightspeed, con differenza non significativa.
Differenza non significativa fu rilevata per capacità di rimozione dei
detriti e dello smear layer.
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RACE
(FKG, La Chaux-de-Fonds,
Switzerland)
RaCe -
Brochure: click on the image below
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RaCe ISO 10 - Chart: click on the image below
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RaCe -
Datasheet: click on the image below
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I RaCe (Reamer with Alternating Cutting Edges) hanno un
disegno con sezione trasversale triangolare con lame taglienti, con
l'eccezione dei files a
conicità 0.02 N° 20, che hanno una sezione
trasversale quadrata( Schäfer
& Vlassis 2004).
Schäfer & Vlassis (2004) valutarono i
ProTaper e i RaCe in due gruppi di 24 canali curvi simulati in resina.
Tre RaCe e due ProTaper si fratturarono durante la preparazione;
entrambi gli strumenti prepararono velocemente i canali curvi; I RaCe
rispettarono la curvatura originale del canale meglio dei ProTaper, che
dimostrarono tenenza a trasportare esternamente la curva stessa.
Nella seconda parte dello stesso studio gli
stessi autori (Schäfer & Vlassis 2004) prepararono due gruppi di 24
canali severamente curvi in molari estratti usando RaCe e ProTaper con
tecnica crown-down; due ProTaper e tre RaCe (nessuna differenza
significativa) si fratturarono durante la strumentazione; i RaCe
mantennero meglio la centratura della preparazione e asportarono meglio
i detriti; nessun canale risultò perfettamente pulito.
Guelzow et al.
(2005) confrontarono in vitro vari parametri della
preparazione di canali mesio-buccali di molari mandibolari usando una
tecnica manuale standardizzata (con files K ed Hedström) e sei
strumenti rotanti differenti in nichel-titanio (FlexMaster, GT System,
HERO 642, K3, ProTaper e RaCe); nessuna differenza significativa di
alterazione della lunghezza di lavoro fu rilevata fra gli strumenti
rotanti in Ni-Ti; tutti gli strumenti in Ni-Ti rispettarono la
curvatura originale, con lieve raddrizzamento medio, che andava da
0.75° (System GT) a 1.17° (ProTaper); i ProTaper produssero il numero
più basso di sezioni trasversali irregolari dei canali, mentre i
risultati con gli altri sistemi furono simili; tre ProTaper si
fratturarono , mentre una frattura si ebbe con con GT System, HERO 642,
K3 e tecnica manuale; gli strumenti in Ni-Ti prepararono più
velocemente i canali rispetto alla tecnica manuale, e le preparazione
più veloci furono completate con i GT System.
Schäfer et
al. (2006) paragonarono la sagomatura prodotta in canali simulati
curvi da Mtwo, RaCe e K3; i canali preparati con gli Mtwo rimasero
centrati meglio rispetto a quelli sagomati con RaCe o K3; sei RaCe,
quattro K3 e nessun Mtwo si fratturarono durante la preparazione,
producendo una differenza significativa fra i gruppi; rispetto ai RaCe
e K3, gli Mtwo si deformarono significativamente più spesso, e fu
necessario controllare con attenzionela loro parte lavorante; gli Mtwo
furono significativamente più veloci nella preparazione del canale; era
possibile con tutti e tre i tipi di strumento controllare la lunghezza
di lavoro.
Troian et al.
(2006) usarono RaCe e K3 per preparare 100 canali simulati, con
curvature di 20° o 40°, in blocchetti di resina epossidica; differenze
statisticamente significative si ebbero relativamente all’incidenza di
fratture (nessuna tra i K3, sei fra i RaCe), di distorsioni delle spire
e di progressiva usura della superficie (aumentata progressivamente con
l’uso sui RaCe, mentre i K3 rimasero relativamente intatti dopo la
quinta preparazione canalare). I risultati relativi ad usura e
deformazione dei RaCe concordavao con risultati simili di Pessoa (2003)
e di Fessenden (2004).
In un
latro lavoro Schäfer et al. (2006) paragonarono il grado di
pulizia (assenza di detriti e di smear layer) in canali radicolari
severamente curvi dopo preparazione con
files
Mtwo,
K3 e RaCe; durante la preparazione nessuno strumento si fratturò o
deformò, canali completamente puliti non furono osservati e gli Mtwo
produssero risultati migliori nella rimozione dei detriti rispetto ai
K3 e ai RaCe; gli Mtwo mantennero la curvatura originale del canale
meglio rispetto agli altri strumenti, completando anche più velocemente
la preparazione. Per quanto concerne i
RaCe, i risultati ottenuti da Schäfer et al. (2006) erano
in perfetto accordo con quelli precedenti di Schäfer & Schlingemann
(2003), di Schäfer & Vlassis (2004) e di Paqué et al. (2005).
Pasternak-Júnior et al. (2009) esaminarono mediante tomografia
computerizzata la preparazione prodotta da files RaCe N° 35 e N° 50,
entrambi con conicità 0.02,
in canali mesio-buccali di molari mascellari,
e
conclusero che questi strumenti consentivano la preparazione di canali
curvi con diametri più grandi di quelli usati normalmente, generando
trasporto minimo e sufficiente centratura.
Kuştarci et
al. (2008) valutarono il numero di batteri estrusi apicalmente da
denti estratti dopo strumentazione in vitro utilizzando tecnica
manuale step-back, K files, K3, RaCe e FlexMaster; tutte le tecniche di
strumentazione estrudevano batteri attraverso il forame; la tecnica
manuale produsse la maggior estrusione di microorganismi, mentre non ci
fu differenza significativa fra le teniche rotanti.
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Rapid Body Shapers
(Moyco/Union Broach; Bethpage,
N.Y., USA)
Rapid Body Shapers - Chart: click
on the image below.
I Rapid Body Shapers (RBS) comprendono una serie di quattro
reamers rotanti in nichel-titanio: N° 1 (0.61 millimetri alla punta),
N° 2 (0.66 millimetri alla punta), N° 3 (0.76 millimetri alla punta) e
N° 4 (0.86 millimetri alla punta). Questi strumenti sono caratterizzati
da una punta guida di Roane, brevettata,
"a forma di pallottola", incapace di generare intaccature, e consentono
all'operatore di sagomare velocemente il corpo del canale senza i
problemi che
si
possono verificare usando le frese
di Gates-Glidden.
Rapid
Body Shapers: Preparazione canalare
Prima di usare gli RBS, la regione apicale del
canale deve essere preparata fino a 0.5 millimetri dell'apice almeno con un K file manuale N° 35 ISO in acciaio
inossidabile. Il N° 1 RBS è a questo punto inserito su in un manipolo
riduttore a bassa velocità, a 275-300 rpm, ed è introdotto nel canale
per 2-3 millimetri. Irrigazione costante e copiosa è sempre necessaria.
Il N° 1 RBS è rimosso, vengono asportati i detriti dalle scanalature
sulla sua parte lavorante, ed è reinserito per 2-3 millimetri ulteriori
nel canale. Questa sequenza è ripetuta fino a che il N° 1 RBS è a 4
millimetri dell'apice. Il N° 2 RBS è a questo punto usato come il N° 1,
a 4 millimetri o più di distanza dall'apice. Il N° 3 RBS, e poi il N° 4
RBS, sono usati fino a 7 millimetri dell'apice, completando così la
sagomatura del corpo del canale. Il N° 1 RBS risulta molto aggressivo,
mentre gli altri strumenti, dal N° 2 al N° 4 RBS, risultano al
confronto quasi passivi al tatto.
La rifinitura apicale è successivamente completata con strumenti a mano
o con strumenti Pow-R.
R-ENDO
(Micro-Mega, Besançon, France)
R-ENDO -
Brochure: click on the image below
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R-ENDO - Livret: click on the image below
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R-ENDO - Protocol: click on
the image below
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Il
sistema R-Endo è specificamente progettato per il ritrattamento
canalare. Comprende un file manuale in acciaio a conicità 0.04, e otto
strumenti in Ni-Ti (quattro manuali e quattro rotanti) di dimensione
ISO 25, a conicità 0.04, 0.06, 0.08, 0.12. Infine è disponibile un
finishing file rotante in Ni-TI N° 30 ISO a conicità 0.04.
Taşdemir
et al. (2008) impiegarono tre strumenti rotanti in
nichel-titanio (ProTaper, R-Endo, Mtwo) e strumentazione manuale (files
Hedström) per rimuovere guttaperca e cemento endodontico in denti
estratti; i ProTaper lasciarono meno residui di materiale rispetto agli
altri sistemi, ma fu trovata differenza significativa solo con gli
Mtwo; gli Mtwo e i ProTaper prepararono più velocemente rispetto alla
strumentazione manuale e al sistema R-Endo (differenza significativa);
gli R-Endo furono significativamente più rapidi rispetto alla
strumentazione manuale; nessun sitema riuscì a produrre pulizia
completa. |
TWISTED FILES
(SybronEndo, CA,
USA)
Twisted
Files - Brochure: click on the image below:
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Twisted Files
- Techcard: click on the image below:
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Twisted
Files - Technical Bulletin: click on the image below:
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I Twisted Files sono nuovi strumenti rotanti che si
differenziano non solo per il loro disegno, ma soprattutto per le
particolari caratteristiche della lega impegata, che ha reso possibile
un processo di fabbricazione per torsione degli strumenti rotanti in
nichel-titanio fino ad oggi ritenuto impossibile. I tradizionali
processi di produzione per intaglio comportano danni alla struttura
degli strumenti, con formazione di micro-cracks, a loro volta
punti di partenza e di propagazione di fratture, quindi causa di
riduzione della resistenza meccanica degli strumenti. Tali fenomeni
sarebbero significativamente ridotti nei Twisted Files. Un ulteriore
vantaggio proviene da esclusivi trattamenti termici ("R-phase
technology") e di finitura ("deoxidation") che aumentano la
flessibilità e la durezza (e quindi la capacità di taglio) della lega.
Il produttore afferma che con i Twisted Files è possibile preparare la
quasi totalità dei canali, anche quelli più complessi, con soli tre
strumenti (o anche meno nei casi più semplici).
Principi di base nella Strumentazione Rotante in Nichel-Titanio
Gli strumenti in nichel-titanio non sono
progettati per il sondaggio, per iniziare a preparare canali piccoli
e/o curvi, e per superare ostacoli e irregolarità del canale. Applicare
pressione eccessiva su questi strumenti estremamente flessibili può
condurre a frattura dei files. Il nichel-titanio ha infatti meno
resistenza longitudinale e può deflettere fino al punto di cedimento.
Come accennato, per il
sondaggio iniziale dovrebbero essere utilizzati gli strumenti in
acciaio inossidabile in forza della loro maggiore rigidità. Una volta
che il canale è stato allargato con almeno un K file manuale N° 15 in
acciaio inossidabile, o una sporgenza è stato oltrepassata o rimossa,
allora possono essere utilizzati gli strumenti rotanti in
nichel-titanio. Gli strumenti in acciaio inossidabile sono inoltre più
radiopachi di quelli in nichel-titanio, e forniscono un miglior
dettaglio quuando sono utilizzati per determinare radiograficamente la
lunghezza di lavoro.
Quando si usa una manipolo a
riduzione a bassa velocità per strumenti rotanti in nichel-titanio, il
clinico deve sempre mantenere la testina del manipolo allineata
rispetto all'asse lungo di ogni canale, mentre un buon accesso
rettilineo evita la piegatura eccessiva dello strumento. Gli strumenti
rotanti in nichel-titanio devono essere utilizzati con pressione
apicale leggera e non essere mai forzati. Devono inoltre sempre essere
usati in canali lubrificati, preferibilmente con RC-Prep o Glyde o
altro lubrificante accettabile, per ridurre la resistenza dovuta
all’attrito. Deve essere evitato l’impiego dei files rotanti in
nichel-titanio nei canali con curvature brusche, nei canali a forma di
S e nei canali che si congiungono: l'uso dei files rotanti in questi
casi può condurre a frattura. Quando un file in nichel-titanio ruota
all'interno di un qualsiasi canale è sollecitato, e può "tintinnare"
sul manipolo quando viene rimosso: questo file dovrebbe essere scartato.
Quando il file in nichel-titanio subisce uno sforzo eccessivo, compreso
l’affaticamento ciclico, (Pruett et al. 1997) il metallo
subisce una trasformazione microscopica di fase cristallina e può
diventare strutturalmente più debole. In molti casi, non vi è
indicazione visibile o macroscopica che il metallo è affaticato. In
linea generale, un file in nichel-titanio può fratturarsi senza alcun
avvertimento, se non usato correttamente. Quindi il clinico deve
mettere a punto un metodo sistematico per interpretare il
"percorso di lavoro" degli
strumenti, e per poter valutare in che misura le diverse forme di
danneggiamento od usura ( il bloccaggio o la frizione eccessiva dei
files nel canale, la loro despiralizzazione per torsione, la fatica
ciclica a cui sono sottoposti, ecc.) possano aumentare il pericolo di
frattura. Gli strumenti in nichel-titanio vanno valutati e catalogati
in funzione del rischio, e scartati in tempo utile.
Nessuno conosce il numero massimo o ideale di volte che un file in
nichel-titanio può essere usato. Non c’è dubbio che lo sviluppo di
strumentazione rotante, con l’impiego di files in nichel-titanio
specificamente progettati per essere usati su manipoli riduttori a
bassa velocità e con controllo di torque, ha rivoluzionato l’Endodonzia
in termini di velocità ed efficacia nella sagomatura e nel mantenimento
della curvatura del canale. Inoltre non c’è dubbio che lo sviluppo
delle leghe con memoria di forma, in nichel-titanio, per uso
endodontico ha migliorato il livello dell’Endodonzia. Ma la scelta e la
gestione degli strumenti, delle loro qualità e dei loro limiti,
spettano al clinico.
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