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“La barca è rigettata indietro”, pensava: “fa due passi avanti e un passo indietro, ma i rematori sono ostinati, danno infaticabilmente di remi e non temono le alte onde. La barca va sempre avanti e avanti, ecco che non la si vede più, ma passerà ancora mezz’ora e i rematori vedranno chiaramente i fuochi del piroscafo e tra un’ora saranno ormai alla scaletta della nave. Così anche nella vita…Nelle ricerche della verità gli uomini fanno due passi avanti e uno indietro. Le sofferenze, gli errori e la noia della vita li rigettano indietro, ma la sete di verità e l’ostinato volere li spingono avanti e avanti. E chi sa? Forse giungeranno alla verità vera…”

 

Anton Cechov

"Il duello"

 

 

 

 


 

 

 

 

Quale Endodonzia ?

 

 

   

 

Venturi et al. A preliminary analysis of the morphology of lateral canals after root canal filling using a tooth-clearing technique. Int Endod J 2003; 36: 54-63.

 

 

 

Negli ultimi 15 anni l'Endodonzia è profondamente cambiata: per evoluzione intrinseca, per il miglioramento dello strumentario e dei materiali che l'industria ha messo a disposizione, e infine per il modificarsi delle altre discipline odontoiatriche con cui l'Endodonzia entra in rapporto obbligato. Basti pensare, a titolo di esempio, a come sono cambiati i concetti che guidano il restauro dell'elemento trattato endodonticamente.

L’obiettivo fondamentale di un trattamento endodontico dovrebbe essere oggi più che mai quello di assicurare la conservazione nel tempo dell’elemento dentale. Pressupposto fondamentale per ottenere questo risultato è che la cura venga eseguita al meglio senza che venga compromessa la resistenza meccanica dell'elemento stesso. Gli spessori di dentina asportati dovrebbero quindi essere minimi, ma questo comporta spesso che gli spazi a disposizione dell'endodontista siano stretti. Detersione, eliminazione dei detriti, penetrazione degli irriganti e otturazione del canale sono più difficili da ottenere in spazi stretti, così come la ricostruzione con perni intracanalari risulta meno agevole. D'altra parte la frequenza di fratture radicolari post-trattamento endodontico è in relazione diretta con il grado di riduzione degli spessori di dentina .

Trovare un punto di equilibrio fra esigenze contrapposte è difficile.

Abbiamo però a disposizione oggi aiuti importanti. La ricerca ci fornisce nuovi materiali, e materiali già esistenti migliorati nelle loro caratteristiche. Vi sono strumenti nuovi a disposizione: pensiamo ai localizzatori elettronici dell'apice; agli strumenti rotanti in Ni-Ti, con i relativi motori e manipoli dedicati; ai dispositivi ultrasonici; ai diversi sofisticati strumenti con cui otturare i canali. Esistono e sono ormai di uso comune dispositivi che ci consentono di lavorare a visione ingrandita. E' inoltre disponibile un'enorme quantità di dati di ricerca (biologica, clinica, sui materiali), il cui accesso è enormemente più facile e veloce grazie all'informatica, allo sviluppo delle banche-dati, all'uso delle reti.

Le tecniche che utilizziamo per preparare e otturare i canali, e i risultati che  ci proponiamo di ottenere, non possono non tener conto di questa evoluzione.

Chiunque si appassioni ad una disciplina prima o poi  si incuriosisce, si pone interrogativi e cerca risposte.

Che cosa c'è da chiarire o migliorare ancora in Endodonzia?

Molte cose, probabilmente. Non esiste ancora oggi concordanza di pareri, nè fra i clinici nè fra i ricercatori, su come detergere e sagomare il sistema canalare, e nemmeno su come e fin dove otturarlo. La ricerca e la clinica sembrano procedere secondo direzioni parallele. La prima spesso propone indagini su problemi estremamente focalizzati e molto distanti dalla dimensione operativa, mentre la seconda sembra più interessata alle proposte commerciali dell'industria che non ai contributi dell'indagine scientifica.

Vi è stato negli ultimi anni un grande lavoro di messa a punto delle tecniche di sagomatura del canale e dello strumentario attinente. Proporzionalmente irrilevante è stata l'attenzione scientifica dedicata allo studio dei materiali da otturazione canalare e al loro utilizzo clinico, e vi sono inoltre pochissimi dati di ricerca concernenti la valutazione dell'esito del trattamento nel lungo periodo.

Nessuna attenzione è stata dedicata all'analisi e alla definizione delle geometrie della sagomatura in funzione dell'otturazione canalare.

Anche sulla determinazione della lunghezza di lavoro ci sarebbe molto da dire e da fare. Ma questa è un'altra storia. O forse no. Forse il problema è sempre lo stesso.

Che occorre una minor quantità di opinioni non dimostrate, e più metodologia scientifica.

 

 

 

Tecnica di Schilder

Pulp Canal Sealer

Thermafil

AH-Plus

?

Tecnica di Schilder

AH-26

 

 

 


 

 

* Dr. Mauro Venturi

 

 

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