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SECONDO MOLARE MANDIBOLARE

 

 

 


 

 

 

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Da: Dewey M. Dental Anatomy. St. Louis, C.V. Mosby Co. , 1916.

 

 

Il secondo molare mandibolare erompe solitamente all’età di 11-13 anni, e la maturazione radicolare è completa a circa 14-15 anni (Cohen & Burns 1994). Ha una lunghezza media di 19.8 mm (Cohen & Burns 1994). La corona del secondo molare mandibolare assomiglia a quella del primo molare, ma ha dimensione inferiore e tende ad una maggior simmetria (Cohen & Burns 1994). Vestibolarmente è possibile vedere tutte le cuspidi, in quanto le vestibolari sono leggermente più basse delle linguali. Il contorno cervicale è concavo coronalmente, e in posizione mediana può proiettarsi verso la biforcazione radicolare. La superficie vestibolare è convessa, mentre occlusalmente presenta due lobi uguali e simmetricamente separati dal solco intercuspidale vestibolare. La faccia linguale mostra solo le due cuspidi linguali, ed è molto simile alla vestibolare. Distalmente e mesialmente ha forma di trapezoidale, con base minore occlusale e lato obliquo vestibolare. Occlusalmente ha forma grossonalamente rettangolare, molto arrotondata agli angoli, con le creste vestibolare e linguale che formano i lati lunghi. I lati corti differiscono tra loro, con il mesiale più largo e meno convesso del distale. La coppia di cuspidi vestibolari ha dimensioni maggiori della coppia delle linguali. Le cuspidi sono divise da due solchi intercuspidali ortogonali, piuttosto rettilinei. La fossa centrale è sempre centrata nella faccia occlusale.

Il secondo molare mandibolare è caratterizzato dalla frequente vicinanza delle sue radici. Le radici spesso curvano gradualmente in direzione distale, con gli apici molto vicini (Cohen & Burns 1994). Cunningham & Senia (1992) a studiarono grado e configurazione della curvatura dei canali nelle radici mesiali di 100 primi e secondi molari mandibolari selezionati in modo casuale: si osservò curvatura nel 100% dei casi, sia in visione bucco-linguale che in visione mesio-distale.

 

 

 

        

 

Dr. Mauro Venturi

 

 

 

La morfologia radicolare e canalare nei secondi molari mandibolari può presentare diverse varianti (Weine et al. 1988;  Bram & Fleisher 1991).

 

 

 

 

     

 

Dr. Mauro Venturi

 

 

 

 

  

 

Dr. Mauro Venturi

 

 

 

 

     

 

Dr. Mauro Venturi

 

 

 

Gulabivala et al. (2001) esaminarono secondi molari mandibolari e rilevarono due radici separate nel 58,2% degli elementi in una popolazione Birmana. Non rilevarono alcuna terza radice. In una popolazione Tailandese Gulabivala et al. (2002) rilevarono due radici separate nel 54,0% degli elementi. Neelakantan et al. (2010) esaminarono, dopo iniezione di colorante e procedura di diafanizzazione, la morfologia radicolare e canalare di 345 secondi molari mandibolari in una popolazione Indiana. Rilevarono che la maggior parte dei secondi molari presentava due radici separate (83.4%) e tre canali. Questi molari con due radici contenevano un canale distale e due canali mesiali, che avevano percorsi distinti nel 76% dei casi, o confluenti nel terzo medio della radice nel 5,54% dei casi, o infine confluenti apicalmente nello 0,69% dei casi.

 

 

 

 

Da: Venturi M. Evaluation of canal filling after using two warm vertical gutta-percha compaction techniques in vivo: a preliminary study. Int Endod J  2006; 39: 538-46.

 

 

 

Nello studio di Neelakantan et al. (2010), l’8.98% dei secondi molari mandibolari mostrava tre radici, in contrasto come detto con quanto riportato da Gulabivala et al. (2001). La prevalenza dii molari con tre radici rilevata da Neelakantan et al. (2010) fu inoltre maggiore di quella registrata precedentemente in altri studi condotti su popolazioni  Tailandesi e di razza bianca (Tratman 1939; Gulabivala et al. 2002). La posizione di questa terza radice nello studio di Neelakantan et al. (2010) era linguale, in accordo con quanto riportato precedentemente da Walker (1988) e Gulabivala et al. (2002), che identificarono la radice disto-linguale nel primi molari e suggerirono trattarsi di una caratteristica genetica e non di un'anomalia dello sviluppo.

La configurazione a “C” del canale radicolare ha dimostrato di avere una prevalenza elevata (14%-52%) nei secondi molari mandibolari in popolazioni Cinesi, Giapponesi e Libanesi (Vertucci & Williams 1974; Yang et al. 1988; Haddad et al. 1999; Fan et al. 2009; Song et al. 2010). Gulabivala et al. (2001) rilevarono una prevalenza di canale a “C” del 22,4% nei secondi molari mandibolari in popolazioni Birmane. Neelakantan et al. (2010) riportarono invece che la forma a “C” del canale radicolare si osservava nel 7.5% dei denti da loro esaminati. La configurazione dei canali radicolari dei canali a forma di “C” è stata descritta con varianti complesse da alcuni autori (Vertucci & Williams 1974; Loh 1990; Song et al. 2010). Neelakantan et al. (2010) osservarono che il 38,4% delle radici a forma di “C” (10 esemplari) presentava un unico canale, in accordo con i risultati di Gulabivala et al. (2002), mentre frequenza inferiore fu registrata in polpolazioni Birmane (Gulabivala et al. 2001). Nello studio di Neelakantan et al. (2010) le altre radici con canali a “C” presentavano notevoli variazioni nella configurazione del canale (tipi I, III, IV, V, VII, 4-2 e 2-3) in conformità con quanto riportato in altri studi (Vertucci & Williams 1974; Loh 1990; Gulabivala et al. 2001;  Gulabivala et al. 2002;  Song et al. 2010). I canali a “C” presentano con alta frequenza anastomosi trasverse, canali laterali, e delta apicali (Melton et al. 1991). Nello studio di Neelakantan et al. (2010), il 57.6% delle radici con canali a “C” mostrava due foramina apicali separati, in contrasto con quanto riportato da  Gulabivala et al. (2001).

Çaliskan et al. (1995) rilevarono: nelle radici mesiali dei secondi molari mandibolari le configurazioni di Vertucci (1984) di tipo I (9.80%), di tipo II (19.20%), di tipo IV (52.94%), di tipo VI (3.92%) e di tipo VIII (1.96%); nelle radici distali dei secondi molari mandibolari le configurazioni di tipo I (70.02 %), di tipo II (14.41 %), di tipo III (11.65 %) e di tipo V (3.92%). Sert & Bayirli (2004) osservarono nelle radici mesiali dei secondi molari mandibolari le configurazioni I, II, III, IV, V, VI e X (configurazione aggiuntiva) con prevalenza del 14%, 36%, 20%, 23%, 3% 2% e 2% nei pazienti maschi, e le configurazioni I, II, III, IV, V, e VII con prevalenza del 11%, 27%, 23%, 33%, 1% e 5% nelle pazienti di sesso femminile; nelle radici distali le configurazioni I, II, III, IV, V e VII furono osservate con prevalenza del 78%, 4%, 14%, 2%, 1% e 1% nei pazienti maschi, e con prevalenza del 74%, 7%, 12%, 2%, 4% e 1% nelle pazienti di sesso femminile. Nello studio di Neelakantan et al. (2010), sia le radici mesiali che le radici distali dei secondi molari mandibolari con due radici mostravano ampie variazioni nel numero di canali e nella configurazione. Le configurazioni tipo IV e I erano le più comuni, rispettivamente nelle radici mesiali e distali. Nello studio di Neelakantan et al. (2010), le radici mesiali dei secondi molari mandibolari con due radici comunemente presentavano due canali (86.1% dei molari con due radici), mentre le radici  distali del 77,7% dei secondi molari mandibolari con due radici comunemente conteneva un solo canale. Nello studio di Neelakantan et al. (2010), il 54.84% dei denti presentava due foramina apicali, e un molare (3,8%) con canale a “C” presentava tre foramina apicali. La più alta incidenza (81,1%) di comunicazioni intercanalari fu trovata nelle radici distali dei secondi molari mandibolari con due radici, e a seguire (36,8%)  nelle radici mesiali degli stessi.

Nello studio di Neelakantan et al. (2010), tutte le radici con configurazioni canalari di tipo IV, V, VII, 3-2 e 4-2 presentavano due distinti foramina apicali (il 98.6% dei secondi molari con due radici, il 22,5% dei molari con tre radici e il 46,1% delle radici con canale a “C”). Tre foramina apicali furono osservati in un elemento con canale a “C”. Le altre radici con canale a “C” mostravano un solo foramen apicale.

Çaliskan et al. (1995) rilevarono che nei secondi molari mandibolari la frequenza di canali laterali era del 52.94% nelle radici mesiali, e del 45.10 % nelle radici distali. Sert & Bayirli (2004) osservarono nei secondi molari mandibolari canali laterali nel 40% delle radici mesiali e nel 29% delle radici distali di pazienti maschi, e nel 18% delle radici mesiali e nel 21% delle radici distali di pazienti femmine.

Çaliskan et al. (1995) trovarono anastomosi trasverse nel 39.22% delle radici mesiali e nel 19.6% delle radici distali dei secondi molari mandibolari. Sert & Bayirli (2004) osservarono anastomosi trasverse nei secondi molari mandibolari canali laterali nel 41% delle radici mesiali e nell’1% delle radici distali di pazienti maschi, e nel 35% delle radici mesiali e nel 10% delle radici distali di pazienti femmine.

Çaliskan et al. (1995) trovarono presenza di delta apicale nel 13.73% delle radici mesiali e nel 15.69% delle radici distali dei secondi molari mandibolari. Sert & Bayirli (2004) osservarono delta apicale nei secondi molari mandibolari canali laterali nel 18% delle radici mesiali e nel 14% delle radici distali di pazienti maschi, e nel 9% delle radici mesiali e nell’11% delle radici distali di pazienti femmine.

Çaliskan et al. (1995) trovarono il foramen in posizione eccentrica nel 35.29% delle radici mesiali e nel 66.67% delle radici distali dei secondi molari mandibolari. Sert & Bayirli (2004) osservarono il foramen in posizione eccentrica nei secondi molari mandibolari canali laterali nel 74% delle radici mesiali e nel 68% delle radici distali di pazienti maschi, e nel 9% delle radici mesiali e nell’11% delle radici distali di pazienti femmine.

 

 

 

REFERENCES

 

 

Bram SM, Fleisher R. Endodontic therapy in a mandibular second bicuspid with four canals. J Endod 1991; 17: 513-5.

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Cohen S, Burns R, eds. Pathways of the Pulp. 6th ed. St. Louis: The CV Mosby Co., 1994;  p. 162.

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Sert S, Bayirli GS. Evaluation of the root canal configurations of the mandibular and maxillary permanent teeth by gender in the Turkish population. J Endod 2004; 30: 391-8.

Song JS, Choi HJ, Jung IY, et al. The prevalence and morphologic classification of distolingual roots in the mandibular molars in a Korean population. J Endod 2010; 36: 653-7.

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* Dr. Mauro Venturi

 

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