INCISIVI MANDIBOLARI PERMANENTI
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Da: Dewey M. Dental Anatomy. St. Louis, C.V. Mosby Co. , 1916.
Gli incisivi mandibolari sono i denti mesio-distalmente più piccoli ed il centrale è un poco più piccolo del laterale (Wheeler 1978). L’incisivo centrale mandibolare erompe di solito a 6-7 anni e il completamento della radice avviene a circa 9 anni. L’incisivo laterale erompe di solito a 7-8 anni e il completamento della radice avviene a circa 10 anni. Questi denti hanno forma simile e pareti levigate. Presentano generalmente sviluppo normale. Rare sono le malformazioni ed anomalie.
Corona
Corona e radice degli incisivi mandibolari sono strette mesio-distalmente e ampie labio-lingualmente. La corona dell’incisivo laterale mandibolare è solo leggermente più lunga di quella dell’incisivo centrale. I lati mesiale e distale della corona si rastremano dalle aree di contatto al colletto. La parete labiale della corona degli incisivi mandibolari è generalmente liscia e piatta al terzo incisale, mentre all terzo medio è più convessa. Il diametro mesio-distale si riduce progressivamente verso la convessità della radice. Generalmente i contorni mesiale e distale della corona scendono diritti dagli angoli incisali fino alle aree di contatto, che si trovano in posizione incisale rispetto alla giunzione del terzi medio ed incisale della corona. La parete linguale della corona è liscia con una lieve concavità al terzo incisale, e diventa piatta e poi convessa nei terzi incisale e cervicale. Al terzo cervicale la corona è generalmente più ampia labialmente che lingualmente, essendo quest’ultima area rappresentata dal cingolo. La parete mesiale della corona è convessa e liscia al terzo incisale, si fa più ampia e piatta al terzo medio cervicalmente all’area di contatto, e diventa quindi piatta con un accenno di concavità sopra la linea cervicale. La parete distale della corona è simile alla parete mesiale. Spesso l’incisivo laterale mandibolare presenta il lato mesiale della corona più lungo del distale, e ciò provoca un’inclinazione della cresta incisale, rettilinea, in direzione distale. Talvolta l’incisivo laterale mandibolare presenta rispetto all'incisivo centrale una più profonda concavità immediatamente sopra la linea cervicale, nella parete distale. Al terzo incisale, la parete labiale della corona degli incisivi mandibolari ha una certa tendenza alla convessità, mentre la parete linguale denota una certa concavità. Osservando l’aspetto incisale di questi denti da un punto in linea con il loro asse maggiore, risulta visibile una maggior porzione di parete labiale che linguale. Il margine incisale dell'incisivo centrale forma un angolo retto con la bisettrice labio-linguale della corona e della radice. Questa caratteristica permette di distinguerlo dall’incisivo laterale, la cui corona segue la curvatura dell’arcata mandibolare, risultando leggermente ruotata sulla sua base radicolare.
Radice e cavità pulpari - Morfologia tipica
La radice dell’incisivo laterale mandibolare può essere molto più lunga rispetto a qualla dell'incisivo centrale, pur mantenendo una forma simile. I contorni della radice, partendo dalla linea cervicale, sono in continuità con quelli della corona e mantengono uniforme il diametro fino al terzo cervicale ed in parte al terzo medio. La radice comincia a rastremarsi al terzo medio, restringendosi poi rapidamente al terzo apicale, per terminare con un apice smussato o appuntito che in molti casi curva distalmente (Wheeler 1978). Questo dato è confermato da Willershausen et al. (2008) che osservarono in un'alta percentuale degli incisivi mandibolari esaminati una media curvatura localizzata 13 millimetri apicalmente alla CEJ. D'altra parte Miyashita et al. (1997) esaminarono 1085 incisivi inferiori, e rilevarono che nel 73.8 % dei casi i canali erano diritti. Nel 26.2 % dei casi erano incurvati (in direzione mesiale, distale o buccale, rispettivamente nel 9.0 %, 23.1 % e 67.9 % dei casi). La parete mesiale della radice è piatta al di sotto della linea cervicale e molto spesso presenta per gran parte della sua lunghezza un’ampia depressione di sviluppo, che di solito è più profonda in corrispondenza della giunzione tra il terzo rnedio ed il terzo apicale. La depressione di sviluppo sulla parete distale della radice può essere ancora più accentuata, con al centro una doccia di sviluppo più profonda e meglio definita (Wheeler 1978). La cavità pulpare appare abbastanza ampia, uniformandosi al contorno della sezione sagittale labio-linguale della corona e della radice. In sezione mesio-distale la camera ed il canale pulpare si presentano però abbastanza stretti. Wu et al. (2000) osservarono conicità medie, nei canali degli incisivi inferiori esaminati, pari a 0.01 mm/mm in sezione mesio-distale e a 0.11 mm/mm in sezione bucco-linguale. Quest'ultimo valore rende ragione del fatto che i canali possano consentire la penetrazione di una sonda sottile, nonostante la ridotta misura mesio-distale. Naturalmente, l’eventuale apposizione di dentina secondaria può ostacolare il sondaggio. Rispetto all'incisivo centrale mandibolare, il laterale presenta dimensioni leggermente maggiori della cavità pulpare, e in sezione cervicale il canale è più centrato nella radice.
Radice e cavità pulpari - Varianti anatomiche e dettagli morfologici
In realtà, è difficile considerare come "variante anatomica" la presenza di due canali negli incisivi mandibolari. La letteratura sugli incisivi mandibolari, escludendo i case reports, cioè considerando solo gli studi a campione esteso, con l'eccezione dello studio di Neo & Fun Chee (Neo & Fun Chee 1990), rivela che con frequenze comprese fra l'11 e il 70 % dei casi (Okumura 1927; Çaliskan et al. 1995) gli incisivi mandibolari presentano due canali, che tuttavia spesso si fondono in un canale unico a 1-3 millimetri di distanza dall'apice radicolare.
Da: Venturi M. Evaluation of canal filling after using two warm vertical gutta-percha compaction techniques in vivo: a preliminary study. Int Endod J 2006; 39: 538-46.
Le Tabelle 3 e 4 riassumono i risultati di studi nei quali sono state impiegate rispettivamente la classificazione di Weine (1996) e di Vertucci (1984). Dalle Tabelle 3 e 4 si possono ricavare i dati di prevalenza relativi sia al numero dei canali, che al numero e alla posizione dei foramina (Blaskovic-Subat et al. 1992). Come si nota nalle Tabelle 1-4, i risultati degli studi in letteratura sono spesso differenti. Ad esempio Vertucci (1974) esaminò la morfologia del canale radicolare di 300 incisivi mandibolari e segnalò un secondo canale nel 27.5% dei casi. Successivamente lo stesso Vertucci (1984) rilevò che la frequenza di due canali radicolari con due foramina separati (tipo IV di Vertucci) negli incisivi mandibolari era del 3% negli incisivi centrali e del 2% negli incisivi laterali. Miyashita et al. (1997) rilevarono che il 12.4% degli incisivi mandibolari conteneva due canali, e che il 3% di essi possedeva due foramina distinti. Sert et al. (2004) rilevarono che il 68% degli incisivi centrali mandibolari conteneva due canali. Al-Qudah & Awawdeh (2006) riscontrarono che il 73.8% degli incisivi mandibolari conteneva un canale singolo, e che sebbene due canali fossero presenti nel 26.2% dei denti esaminati, nel 67% di essi i due canali si univano e sboccavano con un solo foramen. Solo l' 8.7% dei canali del campione presentava due foramina d'uscita (tipo IV e V di Vertucci) (Al-Qudah & Awawdeh 2006).
Dr. Mauro Venturi
Vari studi hanno segnalato che in radici che contengono due canali, di solito questi sono collegati da un istmo, da un'area laterale o da un sottile spazio di comunicazione (Cambruzzi & Marshall 1983; Vertucci 1984; Weller et al. 1995). Çaliskan et al. (1995) riscontrarono la presenza di anastomosi trasverse fra due canali nel 13.7 e nel 15.7 %, dei casi, rispettivamente in 100 incisivi mandibolari centrali e 100 laterali. Green (1956) descrisse lo spazio di comunicazione fra i due canali presenti in molti incisivi mandibolari come "passaggio a forma di nastro", che in sezione trasversale si presentava come una fessura stretta nel 22% degli incisivi mandibolari centrali e laterali. Mauger et al. (2009) dimostrarono che, a distanza di 1, 2 e 3 millimetri dall'apice della radice, è raramente presente un setto di tessuto duro ed invece spesso presente un istmo di tessuto pulpare; la prevalenza di due canali era del 2% a 1 millimetro, dello 0% a 2 millimetri e dell'1% a 3 millimetri dall'apice, nei 100 incisivi mandibolari esaminati; a 1, 2 e 3 mm dall'apice la presenza di istmo apicale si osservava rispettivamente nel 20%, 30% e 55% dei casi. Uma et al. (2004) esaminarono 50 incisivi mandibolari e trovarono che un ismo apicale era presente a 1, 2 e 3 mm dall'apice rispettivamente nel 47%, 49% e 41% dei casi. Istmo nel terzo apicale fu osservato da Al-Qudah & Awawdeh (2006) nel 18.4% di tutti i 450 incisivi mandibolari esaminati, e nel 70.2% dei denti con due canali. L'impossibilità a detergere adeguatamente le comunicazioni fra i due canali degli incisivi mandibolari è stata considerata causa di insuccesso del trattamento non chirurgico del canale radicolare (Sjogren et al. 1990). I canali degli incisivi mandibolari nella regione del terzo apicale il più delle volte non hanno sezione rotonda. Mauger et al. (1998) classificarono i canali degli incisivi mandibolari in quattro tipologie: rotondi, ovali, ovali lunghi, a nastro. I canali ovali lunghi erano caratterizzati da un rapporto uguale o superiore a 2 fra il maggiore e il minore diametro. A 1 mm di distanza dall'apice, Mauger et al. (1998) osservarono che i canali a sezione rotonda rappresentavano il 22%, quelli nastriformi erano l'11 %, mentre quelli ovali e ovali lunghi costituivano rispettivamente il 58% e il 9% del campione; sommati, gli ovali e i lunghi ovali a 3 mm dall'apice rappresentavano l'82 % del totale. Questa tendenza alla ovalizzazione della sezione dei canali negli incisivi mandibolari, che si manifesta progressivamente con l'aumento della distanza dall'apice da 1 a 5 mm, è stata confermata da Wu et al. (2000). Uma et al. (2004) riscontrarono invece una netta prevalenza di canali ovali negli incisivi mandibolari, ugualmente ad 1, 2 e 3 mm di distanza dall'apice. Hess (1921) studiò 136 incisivi inferiori, e trovò canali laterali nel 10 % di essi. Okumura (1927) rilevò canali laterali in 134 incisivi mandibolari con una prevalenza del 5.2 %. Vertucci (1974) riportò una prevalenza di canali laterali del 20% e del 18%, rispettivamente in 100 incisivi inferiori centrali e in 100 incisivi inferiori laterali. Altri studi sugli incisivi inferiori hanno riscontrato presenza di canali laterali nel 3.6 % su 112 elementi (De Deus 1975) , nel 23.0% su 100 elementi (Kartal & Yanikoglu 1992), nel 31.8% e 31.7% rispettivamente su 100 centrali e 100 laterali (Çaliskan et al. 1995), nel 10.3% e nel 3.8% rispettivamente su 58 centrali e 53 laterali (Gomes et al. 1996). Miyashita et al. (1997) esaminarono 1085 incisivi mandibolari e rilevarono la presenza di canali laterali nel 6.7% di essi. Al-Qudah & Awawdeh (2006) osservarono canali laterali nel 6.2% dei 450 incisivi mandibolari esaminati, e più frequentemente nel terzo apicale. Per quanto concerne la regione apicale, Gomes et al. (1996) osservarono la presenza di delta apicale nell'8.6 e nel 15.1% dei casi, rispettivamente nei 58 incisivi mandibolari centrali e 53 laterali esaminati. Il diametro del foramen degli incisivi mandibolari fu oggetto di studio da parte di Miyashita et al. (1997), che riportarono valori di 0.2-0.3 mm nel 38.1 % dei casi, di 0.3-0.4 mm nel 32.9% dei casi, di 0.4-0.5 mm nel 15.4 % dei casi edi 0.5-0.6 mm nel 7.8 % dei casi, mentre i diametri inferiori a 0.2 mm, o superiori a 0.6 e a 0.7 mm mostravano frequenze inferiori al 3% dei casi. I foramina apicali possono essere asimmetrici (Tabella 2) tanto nelle situazioni fisiologiche che in quelle patologiche, come per esempio in conseguenza di adattamento del dente ad attività funzionale o parafunzionale (Kuttler 1955; Mizutani et al. 1992; Morfis et al. 1994). Il rimodellamento costante dell'apice della radice per suo riassorbimento esterno e l'apposizione di cemento sembrano essere le cause più comuni di deviazione del foramen principale (Blaskovic-Subat et al. 1992) . Il foramen fu trovato da Al-Qudah & Awawdeh (2006) coincidente con la sommità della radice solo nel 52.2% degli incisivi mandibolari. Gutierrez & Aguayo (1995) rilevarono fra foramen fisiologico e apice anatomico una distanza di 0.4-1.5 mm e di 0.3-1.3 mm rispettivamente negli incisivi mandibolari centrali e laterali esaminati. Martos et al. (2009) esaminarono un campione di 183 radici di incisivi mandibolari senza riassorbimento apicale e determinarono la distanza fra apice anatomico della radice e foramen apicale maggiore, nonchè la posizione del foramen apicale maggiore sull'apice della radice. La distanza media tra foramen maggiore e apice anatomico della radice era di 0.32 ± 0.29 millimetri. La posizione del foramen maggiore all'apice della radice era centrale nel 45.9% degli incisivi mandibolari esaminati. Confrontando i diversi studi morfologici, appare evidente che spesso forniscono risultati differenti. Le differenze possono essere dovute ai differenti metodi d'indagine, ai differenti sistemi di classificazione, alle differenti dimensioni del campione, oltre che a fattori razziali inerenti il campione selezionato. Circa i diversi metodi di indagine, va considerato ad esempio che Green (1973) osservò come la presenza di un canale nastriforme desse l'illusione della presenza di due canali se osservato in radiografia. Ovviamente, l'osservazione mediante sezioni o clearing fornisce diverso risultato. Riguardo ai diversi metodi di classificazione, ad esempio Benjamin & Dowson (1974) segnalarono che gli incisivi mandibolari avevano due canali nel 41.4% dei casi, ma non tentarono di determinare, come invece è stato fatto in altri studi (Mauger et al. 1998; Uma et al. 2004; Al-Qudah & Awawdeh 2006) , se una parete del dentina separasse i due canali rendendoli distinti, o se i due canali fosserò in realtà collegati da un istmo di tessuto pulpare. Gli studi morfologici hanno dimostrato differenze di forma e di numero dei canali radicolari nei diversi gruppi etnici, e sottolineato che le differenze riportate sono geneticamente determinate (Walker 1988; Cleghorn et al. 2007; Peiris et al. 2007; Peiris 2008). Per esempio, Walker (1988) segnalò che il caso di un secondo canale negli incisivi mandibolari era raro nelle popolazioni di origine asiatica orientale, ma più frequente nella popolazione di origine europea. Queste osservazioni successivamente furono confermate da Peiris (2008) , che segnalò la minor frequenza dei due canali negli incisivi mandibolari e nei canini in popolazioni asiatiche orientali. Fino al 2008 tutti gli studi disponibili erano stati effettuati pricipalmente su popolazioni Europee, Nord-Americane e Asiatiche Orientali. L'unico studio disponibile su popolazioni Asiatiche del Sud era quello di Peiris (2008) che descrisse la morfologia dei canali radicolari dei denti permanenti umani in popolazioni dello Sri Lanka e Giappone ed concluse che le prime avevano una più alta incidenza di due canali negli incisivi e nei canini mandibolari rispetto alle popolaazioni Giapponesi.
Anomalie
Il dens invaginatus è una rara malformazione inerente lo sviluppo dei denti, che interessa il più delle volte gli incisivi mascellari permanenti laterali. Deriva probabilmente da una invaginazione anomala dell'organo dello smalto nella papilla dentale durante lo sviluppo del dente (Hulsmann 1997; White & Pharoah 2000). L'apparenza radiografica classica dei dens invaginatus coronale è un'invaginazione a forma di pera di smalto e dentina con una strozzatura dell'apertura sulla superficie del dente (Langlais et al. 1995). Il dens invaginatus si trova in stretta vicinanaza con la camera pulpare (Langlais et al. 1995). L'invaginazione della linea dello smalto è più radiopaca della struttura circostante del dente e può essere identificata facilmente. Il dens invaginatus nei denti mandibolari e specificamente negli incisivi laterali mandibolari sembra essere una evenienza rara (Conklin 1978; Khabbaz et al. 1995; Muppararu & Singer 2004; Er et al. 2007). Fino ad ora, sono stati descritti solamente 3 casi clinici di questa anomalia in letteratura (Conklin 1978; Khabbaz et al. 1995; Muppararu & Singer 2004).
Prabhakar et al. (2009) hanno descritto un raro caso di fusione bilaterale dei 4 incisivi mandibolari in due incisivi inferiori, con con presenza di cuspide di Talon sui denti fusi di sinistra, in un bambino di 9 anni di età.
Da: Prabhakar AR, Kaur T, Nadig B. Bilateral fusion of permanent mandibular incisors with Talon's cusp: A rare case report. J Oral Maxillofac Pathol 2009; 13: 93-6.
RADICE E CAVITA' PULPARI - TABELLE 1-4
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